Grosseto, 7 marzo 2014 - Una sfida ad "alta quota" e un nuovo traguardo raggiunto per le donne in uniforme del Savoia Cavalleria, al comando del colonnello Enrico Barduani. Dalle blindo centauro al paracadute, dalle attività di esplorazione ai lanci dal C-130 da una quota di quattrocento metri. Pronte a impegnarsi nei teatri operativi più "caldi" della terra e adesso abili anche nelle operazioni aviolanciate. Al momento sono cinque le soldatesse del reggimento di via Senese che hanno ottenuto il brevetto di paracadutista militare, un altro gruppo si sta preparando per seguire il corso di aprile. Al pari dei colleghi uomini, dopo aver superato meticolose selezioni, l’estate scorsa hanno frequentato un corso impegnativo, e fatto cinque lanci da un C-130, conseguendo il brevetto di paracadutista militare.

 

Una nuova peculiarità che va ad arricchire l’operatività dei militari del Savoia Cavalleria da quando il reggimento grossetano, lo scorso settembre, è passato dalle dipendenze della Brigata Aeromobile Friuli a quelle della Brigata Paracadutisti Folgore. Il Savoia ad oggi è l’unico reggimento di cavalleria paracadusti dell’Esercito italiano. Attraverso l’aviolancio i cavalieri paracadutisti potranno raggiungere la zone di operazione per svolgere l’attività esplorativa tattica dove si trovano le blindo centauro. Cinque lanci in tutto per ottenere il brevetto, gli ultimi due sono fatti con un equipaggiamento individuale di circa 25 chili più l’arma.

 

Le prime cinque militari paracadutiste del Savoia sono Elena Pisoni (esploratore blindo leggera), Daniela Carpentiero (pilota blindo centauro), entrambe primo caporal maggiore, il caporal maggiore Yekaterina Khanova (operatore delle telecomunicazioni), il caporale Valentina Pagliaro (fuciliere), e il caporal maggiore scelto Giovanna Esposito (lavora all’ufficio personale, ma attualmente è in maternità).

 

Alla vigilia della festa delle donne ci raccontano la loro vita in uniforme tra aspettative lavorative, fatiche, sogni. "La mimosa? fa piacere ricevere un fiore, ma sarebbe bello che venisse regalato più spesso e che si ricordasse il vero significato della giornata", esclamano. Elena Pisoni arriva dalla provincia di Trento, ha 28 anni: "L’esperienza dei lanci è entusiasmante e insegna tanto, soprattutto conferma che le donne possono fare le stesse cose che fanno gli uomini. Servono tanta volontà e determinazione. Poi quando torno a casa mi piace dedicarmi ad altro, ai miei cari e ai miei hobby".

 

Yekaterina Khanova, 28 anni, arriva dall’Uzbekistan: "A ogni lancio c’è un’emozione diversa e la soddisfazione è grande. Al primo è come se ti passasse la vita davanti. Non è impossibile conciliare il tutto con la vita civile. Io sono sposata, non dimentico il mio essere donna, ma credo che sia importante riflettere sul significato di questa ricorrenza". Daniela Carpentiero ha 28 anni ed è di Roma: "Essere militari e lanciarsi anche con il paracadute è impegnativo. Ma non è impossibile. Quando si hanno obiettivi e passione non ci sono ostacoli. Sono orgogliosa di essere tra le prime donne del Savoia Cavalleria ad avere questo brevetto". Giovane e determinata Valentina Pagliaro, ha 22 anni e arriva dalla provincia di Bologna: "Sono molto soddisfatta della mia attività e del mio essere donna. Facciamo le stesse cose dei nostri colleghi uomini e tra noi c’è molta collaborazione. Sogno una famiglia: il lavoro ti realizza, la famiglia ti completa".

Maria Brigida Langellotti