Grosseto, 1 marzo 2014 - «E’ MALATA, ha una figlia di 16 anni e nessun altro reddito che possa sostenerla. Ma l’Acquedotto del Fiora l’ha licenziata». La denuncia arriva dalla segreteria provinciale Femca-Cisl. «In questi giorni — ricordano — la nostra organizzazione sindacale ha assistito a un evento quantomeno discutibile: l’Acquedotto del Fiora ha licenziato in tronco una sua dipendente. La signora è malata, come provano certificati medici depositati in azienda, è monoreddito e senza alcun altro tipo di sostentamento per lei e per la figlia di sedici anni che vive con lei.
 

Non vogliamo giudicare se, a fil di diritto, sia una cosa giusta o sbagliata: per quello ci sono già i nostri avvocati che lavorano al caso. Quello che ci ha fatto male è l’operato dell’azienda». Il licenziamento sarebbe scattato per il superamento del limite di giorni di assenza per malattia. E la segreteria Femca-Cisl attacca: «Stiamo parlando di un’azienda che sul territorio ha lauti profitti, con tariffe ben più alte che in altre zone (le bollette le paghiamo noi), i cui soci di maggioranza sono i Comuni: da una parte sostengono chi perde il lavoro, dall’altra mettono in mezzo a una strada una donna malata? Fa rabbia vedere un’azienda che finge di essere vicino ai suoi dipendenti con pranzi natalizi ma decide della loro vita o della loro morte. Purtroppo ogni giorno vediamo persone che perdono il posto di lavoro perché la loro azienda chiude, questo purtroppo è inevitabile — concludono al sindacato — ma quello che è successo all’azienda Acquedotto del Fiora ha solo un aggettivo: terrificante».