Grosseto, 27 gennaio 2014 - E' ripreso al Teatro Moderno di Grosseto il processo per il naufragio della Costa  Concordia, con la testimonianza di Ennio Aquilino, il comandante provinciale dei vigili del fuoco, colui che ha gestito tutta la fase di ricerche fin dalle prime ore del naufragio fino alle ricerche dei dispersi.

''Quando riuscimmo a salire a bordo della Concordia non sapevamo se la nave potesse rimanere stabile, era un mondo rovesciato, intorno all'1 di notte, c'erano ancora 700 persone da evacuare. Ci affidammo a Santa Barbara e devo dire che ancora una volta non ha tradito le aspettative'', ha detto in aula Aquilino.

''La certezza che la nave sarebbe rimasta stabile l'avemmo soltanto il mese successivo _ha proseguito _Lavorammo per settimane anche col timore di pericoli per i sommozzatori impegnati in attività speleo-alpine subacquee.  'Eravamo solo noi, i vigili del fuoco. Ci muovevano all'interno con un filo d'Arianna, un cordino di nylon per non smarrirsi. Se si fosse tagliato, qualcuno poteva rimanere bloccato, la parte immersa era completamente buia''.

Aquilino ha ricordato che ''nonostante che la nave si stesse deformando ora dopo ora, si passava attraverso pertugi pericolosissimi che potevano modificarsi e richiudersi: una volta è successo, a prua. Allora ci facevamo avanti con microcariche esplosive'' e poi ha aggiunto di aver percorso con i suoi uomini ''la nave da prua a poppa''dopo esser ''salito da una biscaggina che pendeva dalla prua'' e di ''non aver incontrato alcun ufficiale della linea di comando. C'era soltanto gente dell'equipaggio che non parlava italiano, ma inglese e francese approssimativo''. Aquilino, nel tempo, ha anche sottolineato di aver ''assistito al ritrovamento di tutte le 31 vittime su 32 recuperate finora''

Poi è cominciata la deposizione di Roberto Galli, comandante dei vigili urbani di Isola del Giglio, quello che trovò Francesco Schettino sullo scoglio dopo che aveva abbandonato la nave. "Dopo essere sbarcato sullo scoglio del Giglio, a Francesco Schettino fu offerta per due volte una barca per andare sottobordo alla Concordia, ma lui non accettò perché 'rispose che doveva rimanere a controllare la sua nave'' , ha raccontato Galli. 

''Raggiunsi lo scoglio dov'era Schettino con altri naufraghi, un centinaio _ha detto Galli, rispondendo al pm Alessandro Leopizzi_ gli dissi che l'avrei portato al porto del Giglio per imbarcarsi su un gommone con cui andare sottobordo alla Concordia ed eventualmente potervi risalire. Ma mi disse no, mi rispose che doveva rimanere a controllare la sua nave. Quando gli ho ripetuto l'invito, che sarei stato in grado di portarlo sotto la nave, un secondo ufficiale della Concordia, che era lì con lui, commentò che era una buona idea provare a tornare a bordo. Ancora Schettino ribadì di no, che lui doveva restare lì. Intanto davanti a noi un elicottero della guardia costiera stava evacuando col verricello delle persone, segno che c'era altra gente a bordo".

Lo scoglio è quello della Gabbianara, prospiciente la nave ormai rovesciata. ''Schettino era asciutto, non gli altri con lui - ha anche ricordato Galli - Mi ricordo che aveva due cellulari, forse uno scarico,
allora chiese il mio, ma non glielo prestai, mi serviva per coordinare i soccorsi. Portammo via i passeggeri, con lui rimasero in uno, due ufficiali'' della nave.

"Non so con chi parlasse Schettino al telefono, e non ho visto se avesse oggetti con sé", ha anche detto Galli rispondendo alle parti civili. I difensori di Schettino hanno insistito affinché Galli spiegasse se il comandante avesse chiesto di far arrivare direttamente davanti allo scoglio una barca, ma il comandante dei vigili ha risposto negativamente.

 

 

Seguirà Andrea Bongiovanni, ufficiale di coperta e il medico Sandro Cinquini, direttore sanitario della Costa Concordia all’epoca dei fatti.

Domani, invece, sarà ascoltato il personale di Costa: inizierà Paolo Mattesi, responsabile della sicurezza a terra di Costa Crociere, il vice director, Ernesto Campagnoli, poi l’ex coimputato archiviato, Paolo Giacomo Parodi, Massimo Garbarino, comandante delle navi Costa e Cristina Porcelli, l’avvocato della Compagnia che il giorno dopo il naufragio era al Giglio. In attesa della pronuncia della Cassazione, intanto, che il prossimo 6 febbraio deciderà quale Tribunale tra quello di Genova e quello di Torre Annunziata debba verificare la legittimità o meno del licenziamento dell’ex comandante di Costa Concordia, Francesco Schettino, la causa che Costa crociere, con rito ordinario aveva incardinato al Tribunale di Genova contestualmente al proprio ricorso «Fornero», è stato rinviato al 21 luglio 2014.

L’AVVOCATO del Foro di Napoli, Rosario d’Orazio, che assiste Schettino, ha depositato in Cassazione una propria memoria e ha chiesto esplicitamente alla Corte la discussione orale del caso. La causa quindi sarà discussa in Camera di Consiglio alle 10 davanti alla VI sezione Civile della Cassazione.