Grosseto, 15 novembre 2013 - Minori "spettatori" e vittime di episodi di violenza. Numeri in crescita che impongono la necessità di rafforzare le forme di tutela e di mantenere alta l'attenzione sull'argomento. Il fenomeno è stato analizzato ieri nel corso di un convegno che si è svolto alla sala Contrattazioni della Camera di commercio di Grosseto.

 

“Difendiamo i minori. La violenza genera violenza: può una legge fermarla?”: questo il titolo dell’incontro voluto da quattro associazioni del territorio, Soroptimist, Moica, Cif e Aido, per analizzare l’escalation di violenza ai danni delle donne e dei bambini. Spunto della riflessione, l’approvazione, da parte del Senato, della legge contro il femminicidio con le misure per la sicurezza e per il contrasto della violenza di genere. Provvedimento che prevede anche un inasprimento delle pene quando la violenza è commessa alla presenza dei minori di 18 anni.

 

Al centro del convegno la tutela delle donne e dei bambini, un tema approfondito attraverso il contributo di esperti della materia. “In tutta la regione Toscana – ha sottolineato Grazia Sestini, garante regionale per l'infanzia – sono 1.196 i casi dei minori vittime di maltrattamenti in famiglia presi in carico dai servizi: si tratta di un numero fornito dal Centro regionale e riferito al 31 dicembre 2011. Per quanto riguarda la zona sociosanitaria Grossetana si è registrato un unico caso, nell’Amiata grossetana due casi, nella zona delle Colline dell’Albegna sono 15 i casi di minori vittime di maltrattamenti presi in carico dai servizi e 9 quelli registrati nelle Colline Metallifere. Per quanto riguarda, invece, il numero dei minori vittime di abusi sessuali in tutta la regione e presi in carico dai servizi è pari a 166. L’unico caso maremmano è riferito alla zona delle Colline dell’Albegna”. Dati in crescita rispetto al passato.

 

“Si nota un aumento di nuovi casi a livello regionale – spiega Grazia Sestini – e un certo aumento che riguarda gli stranieri. Il fatto che i numeri siano aumentati dipende anche dal fatto che il fenomeno prima era più sommerso, adesso, invece, i casi di violenza ai danni di un minore vengono più facilmente intercettati dai servizi. In tutta la regione emerge che il 10% dei casi trattati con codice rosa è relativo ai minori”.

 

La sfida per il futuro? “Realizzare una rete di servizi – commenta la garante regionale per l’infanzia – ancora più adeguata per la presa in carico e costruire sul territorio case rifugio che possano accogliere i minori e  aiutarli, senza sradicarli dall’ambiente in cui vivono. L’altra sfida è quella della prevenzione al fine di mettere tutti coloro che sono al fianco dei bambini nella condizione di riconoscere, senza generare allarmismi, i segni di una violenza fisica e psicologica”.

 

L’avvocato Clara Mecacci ha illustrato la nuova legge: “Con la legge recentemente approvata, il legislatore ha introdotto l’inasprimento di un terzo della pena nei casi di reati perpetrati in presenza di un minore. Purtroppo, anche nella provincia di Grosseto, negli ultimi anni, si è registrata un’escalation di episodi di violenza sulle donne che avvengono in ambito familiare, episodi ai quali tante volte i bambini assistono”.

 

Mauro Camuffo, direttore di neuropsichiatria infantile alla Asl 9, ha analizzato le principali conseguenze nei casi di violenza assistita: “Le conseguenze per un minore che assiste a episodi di violenza sono le stesse di quelle di un minore che subisce violenze. Anche se è spesso difficile rilevare i casi di violenza assistita”.

 

Al dibattito è intervenuto anche l’assessore comunale Luca Ceccarelli: “Il Comune non poteva non patrocinare questa importante iniziativa. Si tratta di un fenomeno drammatico che colpisce il minore sia dal punto fisico che psicologico, per questo è fondamentale tutelare i più piccoli e mantenere alta l’attenzione su un tema così delicato”.

Maria Brigida Langellotti