Grosseto, 28 ottobre 2013 - Sergio Bertini, 47 anni, tecnico informatico, ha confessato di aver ucciso la fidanzata, la collaboratrice domestica russa Irina Meyntser, 47 anni.

Il giudice dopo l'interrogatorio ha convalidato l'arresto e confermato la custodia cautelare in carcere.

Omicidio per strangolamento che sarebbe avvenuto nella casa dell'uomo a Grosseto. Da lì poi il corpo della donna è stato portato sulla costa di Porto Ercole, cinquanta km a sud, e gettato in una scarpata del monte Argentario. A trovare il corpo della donna sono stati alcuni cacciatori.

Un delitto che ha sconvolto la Maremma. La donna, da anni in Italia, cercava un futuro migliore ma ha trovato la morte. L'assassino, incensurato, aveva addirittura presentato denuncia di scomparsa lo scorso 17 ottobre e chiesto aiuto alla trasmissione "Chi l'ha visto", ma la sua versione dei fatti era fin da subito apparsa contraddittoria . L'uomo era stato interrogato e quindi messo in stato di fermo dopo il ritrovamento del corpo.

"Non volevo ucciderla. Credo di averla abbracciata troppo forte senza rendermene conto". Sarebbero queste le parole di Sergio Bertini, riferite dal suo legale Tommaso Galletti.
L'uomo è crollato e ha confessato tutto durante l'interrogatorio di garanzia, durato quattro ore stamani nel carcere di via Saffi a Grosseto. "E' completamente distrutto e sinceramente dispiaciuto  per quello che ha fatto" aggiunge l'avvocato.

Bertini avrebbe anche risposto alle domande sul perchè della decisione di far sparire il cadavere nel dirupo e, soprattutto, del tentativo di depistaggio, dando lui stesso l'allarme fino a rivolgersi a 'Chi l'ha visto?'.
"L'ho fatto - avrebbe risposto l'uomo - perchè non volevo ferire le persone che sono vicine a lei e a me''.