Grosseto, 6 otobre 2013 - Autostrada tirrenica, rifiuti, energia e inquinamento. Una riflessione a tutto campo sui quattro principali nodi da sciogliere per il territorio maremmano e spunti di dibattito e approfondimento. Tutela dell’ambiente e legalità sono stati i temi centrali del convegno “Maremma sotto attacco. L’ambiente si difende con la legalità”, l’iniziativa organizzata da Italia Nostra, dopo le due precedenti puntate che si sono svolte nei mesi scorsi. Tanti gli ospiti del convegno, che si è svolto ieri nella sala Pegaso della Provincia dalle 9,30 alle 13,30, che hanno illustrato le loro posizioni in merito ai quattro argomenti.  “Salviamo la Maremma dalla Sat”: questa la scritta sulle magliette indossate, nel corso del convegno che si è svolto ieri mattina a palazzo Aldobrandeschi, da un gruppo di residenti nei territori del Parco della Maremma. Le magliette sono state autofinanziate per dare ancora una volta un segno di protesta tangibile alla realizzazione della Tirrenica. Il dibattito è stato coordinato da Michele Scola, presidente della sezione di Grosseto di Italia Nostra e da Marzia Marzoli del comitato “No autostrada Tarquinia”.

 

Ad aprire i lavori, Nicola Caracciolo, presidente onorario di Italia Nostra Toscana. “Attraverso questo convegno – ha affermato Nicola Caracciolo – vogliamo ribadire la lotta per salvare la Maremma e per ristabilire dei criteri di onestà nella gestione della cosa pubblica. In questa situazione è facile domandarsi come mai ci sono aziende che non sono del territorio che accettano di lavorare , mentre quasi sempre le imprese locali non lo fanno. Credo – ha sottolineato Caracciolo – che questo sia un dato da considerare con attenzione: senza accusare nessuno c’è, tuttavia, il sospetto di un’immensità di denaro, in Italia, che ha provenienza illegittima e che cerca occasione per riciclarsi. Tutto questo dovrebbe incoraggiare una vigilanza estremamente attenta”. L’editorialista Furio Colombo ha sottolineato l’importanza delle posizioni dei cittadini: “L’elezioni dei sindaci – ha affermato Colombo – sono imminenti in tanti Comuni, per questo dovrebbero sapere cosa pensano i cittadini in merito all’autostrada. I 27 chilometri di strada ci sono, aspettano solo una correzione al posto di un’arteria che spaccherebbe la Maremma in due. Ne sarebbe penalizzato anche il turismo, anche per via della costruzione delle barriere antirumore che deturperebbe il paesaggio. Il danno sarebbe grandissimo, per questo è essenziale la mobilitazione dei cittadini”.

 

In questi anni – ha commentato Michele Scola – ci  è stato spesso ripetuto che senza autostrada non c’è sviluppo, ma nessuno finora ci ha mostrato un’analisi dei costi e dei benefici per avvalorare questa scelta. Noi di Italia Nostra, invece, pensiamo che per una provincia non avere un’autostrada è una fortuna”. Tra gli interventi anche quello del sindaco di Monterotondo Marittimo, Alessandro Giannetti: “Una politica ambientale del territorio è importante. Non a caso ci siamo battuti per scongiurare l’inceneritore. Il nostro obiettivo è quello di difendere l’ambiente  e la legalità. Dalla nostra discesa in campo non abbiamo avuto gli interlocutori giusti, rimaniamo dell’idea che è meglio mettere in sicurezza l’Aurelia”. Gianni Mattioli, docente all’università La Sapienza di Roma, ha sollecitato “a una raccolta firme per chiedere alla presidenza della Regione Toscana di accettare un confronto con la popolazione. L’autostrada è un danno per il territorio sia dal punto di vista paesaggistico che economico, considerando che costa molto di più che la messa in sicurezza dell’Aurelia”.

 

La presidente dell’associazione Colli e Laguna, Patrizia Perillo, ha rimarcato la loro “lotta per la legalità” e il fatto che, comunque, “il tracciato non tiene nemmeno conto quello che è successo nel 2012”. Puntuale l’intervento dell’avvocato Michele Greco, legale dell’associazione Colli e Laguna: “Nel ricorso abbiamo denunciato profili di illegittimità che si possono ricondurre a tre punti: è stato stravolto il rapporto che c’è nel codice dei contratti tra progetto preliminare e definitivo; c’è stata una distorsione dello strumento di Via (valutazione di impatto ambientale): la Via è preventiva e non può essere creata in sanatoria, infine c’è stata una distorsione della valutazione economica-finanziaria: abbiamo saputo che il Cipe si è riunito in sordina, sboccando due miliardi di finanziamento privato che consentirebbero di realizzare l’autostrada”.

Maria Brigida Langellotti