Isola dei Giglio (Grosseto), 24 settembre 2013 - Oggi al Teatro Moderno di Grosseto è ripresa la seconda giornata del processo per il naufragio della Costa Concordia. Anche stamani in aula, abito blu d'ordinanza e scuro in volto, l'ex comandante Francesco Schettino . I punti da chiarire su cosa accadde la sera del 13 gennaio 2012 sono ancora tanti. Un processo che ieri si è aperto con non pochi colpi di scena: prima Schettino che prende la parola e accusa il timoniere - "Fu colpa sua, non eseguì i miei ordini" -  poi la decisione della procura generale della Corte di Appello di Firenze di impugnare i patteggiamenti concordati dagli altri cinque coimputati. Insomma un processo che, se per certi versi pareva già scritto,  potrebbe invece non essere così veloce e scontato.  

NUOVE ISPEZIONI DENTRO IL RELITTO - I periti saliranno sulla Costa Concordia per effettuare nuovi accertamenti tecnici. Lo ha disposto il collegio giudicante del tribunale di Grosseto. Nel momento in cui la nave sara' messa in sicurezza, ovvero sara' possibile l'accesso, i tecnici dovranno ispezionare i generatori e le porte stagne, per accertare se e come hanno funzionato. Il tribunale ha anche disposto un supplemento di indagine sulle eliche e sul timone e sulle centraline degli ascensore, che dovranno essere rimossi e immagazzinati nel deposito di Talamone. Dissequestrati anche le opere d'arte e le cassaforti, da restituire ai legittimi proprietari.  Il tribunale di Grosseto ha deciso anche sulla restituzione del passaporto e di altri documenti a Francesco Schettino, non piu' sotto sequestro. Decisa la restituzione di altri effetti personali, tra cui due chiavette da pc, che vennero sequestrati l'indomani del naufragio della Costa Concordia

COSTA CROCIERE SI OPPONE AL SOPRALLUOGO - Costa Crociere si e' opposta in aula a un sopralluogo sul relitto della Costa Concordia, chiesto dalla difesa di Schettino e dal Codacons per fare verifiche su alcuni apparati della nave. ''La Costa - ha detto l'avvocato Marco De Luca intervenendo nel processo - si oppone. Sono richieste eccentriche rispetto all'oggetto del processo, accertare la responsabilita' del comandante Schettino, anziche' cercare a ventaglio vaghe responsabilita' di altri''.

VIDEO INEDITI - Intanto ciò che è certo è che il tribunale ha ordinato una perizia per visionare inediti video di bordo della nave Costa Concordia sequestrati dalla capitaneria di Livorno e custoditi agli atti delle indagini della procura: nessuno finora li ha visti, neanche gli investigatori. Il presidente Puliatti ha indicato la visione completa dalle 21.10, della sera del 13 gennaio 2012, fino al momento in cui si interrompono le immagini, riprese dalle telecamere di sorveglianza. Si tratterebbe di immagini recuperate dalle telecamere di bordo. Secondo quanto emerge, si dovrebbero vedere varie fasi, sia la vita di bordo prima dell'urto, sia gli eventi seguenti all'impatto e poi nella gestione dell'emergenza e non e' escluso che potrebbe ricavarsi cosa fecero Schettino e gli altri ufficiali nei movimenti di bordo, dove si spostarono e quando, per esempio, si organizzava l'evacuazione dei passeggeri. La perizia - per l'effettuazione di una copia forense dei video di bordo della Costa Concordia - iniziera' il 2 ottobre con l'acquisizione formale dei materiali da parte del perito. Poi il collegio del tribunale ha stabilito che dopo 60 giorni si proceda al deposito in cancelleria (5 dicembre): quindi la perizia approdera' in aula nell'udienza del 10 dicembre.

PERITI GIP: "TIMONE E POMPE INUTILIZZABILI" - Durante le dichiarazioni in aula dei periti del gip sul malfunzionamento dei generatori ausiliari è emerso che la mancanza di energia elettrica sulla Concordia rese inutilizzabili le pompe di bilanciamento, il timone, le luci e i telefonini di bordo. I tecnici hanno evidenziato che, l'uso del timone con i motori fermi non avrebbe avuto molta incidenza sulla traiettoria della nave, di periti del gip "opo l'impatto, mentre le pompe di bilanciamento avrebbero avuto effetto in "condizioni normali". Di diverso parere la difesa del comandante Schettino per la quale, con il timone funzionante, ci sarebbe stato un "posizionamento diverso rispetto alla costa, mentre l'attivazione delle pompe di bilanciamento, unito al travaso dei serbatoio di acqua dolce avrebbe permesso una ulteriore manovra di controllo" dello scavo". Il black out elettrico e l'assenza di energia ausiliaria, per i legali del comandante, furono da ostacolo all'evacuazione della nave. In particolare al punto di raccolta del ristorante Milano, sul ponte '4', dove i sub hanno trovato quattro morti. "Con il travasamento dell'acqua si possono ottenere, in breve, diversi gradi di correzione - ha sostenuto l'avvocato Francesco Pepe - come pure la mancanza di illuminazione sufficiente nella nave non agevolo' la fuga". E' poi acclarato - ha sottolineato l'avvocato Domenico Pepe, del collegio di Schettino - che la nave ha avuto un comportamento anomalo, dopo l'impatto, per il mal funzionamento del generatore ausiliario. L'ordine "a dritta" del comandante ha contribuito a far allontanare la nave dagli scogli ed evitato che finisse verso il porto del Giglio".
 

"L'ULTIMA MANOVRA UNA VIRATA A DESTRA POI TIMONI KO" - I periti del gip hanno anche chiarito che l'ultima manovra eseguita dalla plancia della Costa Concordia fu una virata a destra che avvenne subito dopo l'urto contro gli scogli, manovra che fece evitare un secondo impatto contro il Giglio: poi i timoni rimasero definitivamente a dritta, all'angolazione massima di 35 gradi, dopodiche' i ''timoni furono fermi'' e non piu' utilizzabili. In questa fase della discussione l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, coordinatore dei periti del gip, ha detto che ''dopo l'urto effettivamente l'ordine di mettere i timoni a dritta ha avuto l'effetto di
allontanare la nave dall'isola'', ma questa manovra fu l'ultima possibile da parte di Schettino e non ce ne furono altri. Successivamente la nave perse la propulsione e gli impianti andarono ko: il
generatore di emergenza non funziono'; i timoni e le pompe di sentina, collegati a questo impianto, non erano alimentati e si bloccarono. Tuttavia, hanno fatto notare i periti, in ogni caso la superficie
del timone in acqua sarebbe stata ''totalmente ininfluente'' considerato che il vento di maestrale stava causando un potente effetto vela sulla mole della nave. E le pompe di sentina non avrebbero
comunque mai potuto buttare fuori acqua in modo sufficiente, rispetto alla massa d'acqua entrata dalla falla di quasi 60 metri. ''Un allagamento fuori letteratura'', ha commentato in un suo intervento, il
pm Stefano Pizza. Inoltre, hanno fatto capire i periti, fu proprio il vento, e lo scarroccio della nave alla deriva, a portare la Costa Concordia nella collocazione attuale, non altre azioni, non possibili per le gravi avarie a bordo.


LA RICECA DEI DISPERSI - Intanto al Giglio è iniziata la ricerca dei due corpi dei dispersi  del naufragio della {{WIKILINK}}Costa Concordia {{/WIKILINK}} avvenuto il 13 gennaio 2012. 

Si cercano i resti di Maria Luisa Tricarichi, la donna originaria di Leonforte (Enna) ma residente ad Augusta (Siracusa) e di Russell Rebello, di origini indiane che lavorava come cameriere sulla nave naufragata all’Isola del Giglio: i sommozzatori hanno iniziato le ricerche stamattina e andranno avanti per tutto il giorno, finchè ci sarà luce. Al momento sono in corso le ricognizioni esterne del relitto nella zona di poppa

Come riporta Sky Tg24, le ricerche dei sommozzatori - più di 70 gli uomini al lavoro - sono iniziate all'altezza del ponte 4 sommerso della nave, 30 metri sott'acqua, perché è proprio in quel punto che le due vittime sono state viste l'ultima volta. Finora non era stato possibile cercarli lì perchè, prima del raddrizzamento della nave avvenuto una settimana, l'area non era accessibile.

A quanto sembra qui sono state trovate una scarpa e un vestito, anche se l'indiscrezione non è stata ancora confermata e rimane da verificare se appartengano davvero alle due vittime.