Grosseto, 23 settembre 2013 - E' ripreso  stamattina, dopo la pausa estiva, al teatro Moderno di Grosseto il processo all'ex comandante Francesco {{WIKILINK}}Schettino {{/WIKILINK}} per il naufragio della {{WIKILINK}}Costa Concordia{{/WIKILINK}} avvenuto il 13 gennaio 2012. 

ORE 18 - Il tribunale di Grosseto ha respinto un'istanza di alcune parti civili per sospendere il processo sul disastro della Costa Concordia visto il ricorso in Cassazione del procuratore generale di Firenze sui patteggiamenti decisi dal gup di Grosseto per cinque coindagati di Francesco Schettino. Il processo pertanto continuera', come da calendario, domani. ''Il collegio - ha comunicato il presidente Giovanni Puliatti - rileva la difficolta' ostativa a qualsiasi riunione di questo procedimento con l'altro, anche perche' si pregiudicherebbe la celerita' di questo processo''. L'istanza per la sospensione era stata proposta dall'avvocato Massimiliano Gabrielli del pool di parte civile Giustizia per la Concordia, dopo aver appreso del ricorso in Cassazione del pg, anche
affermando che comunque si tratterebbe di aspettare l'esito di una ''camera di consiglio di qualche mese''. Su questo punto la difesa di Schettino si e' rimessa alla decisione del collegio, ''qualunque essa sia'', mentre altre parti civili si sono opposte cosi' come l'avvocato Marco De Luca, legale di Costa Crociere, il quale ha evidenziato che sarebbe un problema ''insuperabile la riunione dei due procedimenti, poiche' si trovano ormai in stato diverso, e ormai non e' ammissibile una loro riunione''.

ORE 16,26 - "'Dopo aver raddrizzato la nave adesso si sta raddrizzando il processo''. Lo ha detto Daniele Bocciolini, uno dei legali delle parti civili durante la pausa dell'udienza sul naufragio della Costa Concordia. ''Questa e' una grande vittoria - ha detto Bocciolini - Il processo sta diventando giusto, speriamo che il ricorso venga accolto cosi' rientreranno anche altri responsabili della vicenda''. ''All'esito dell'esame dei periti - ha proseguito il legale - sono emerse numerose carenze e incoerenze che hanno evidenziato la necessita' di allargare il campo dell'eventuale responsabilita' anche alla Compagnia''. ''Adesso mi auguro che la Cassazione abbia la stessa celerita' che ha avuto nel pronunciamento di Berlusconi'', ha detto invece Michelina Suriano, legale che assiste 5 naufraghi bolognesi.
 

ORE 16,23 - IL PROCURATORE VERUSIO -  "Siamo fiduciosi che sara' dimostrata la correttezza del nostro operato". Verusio ha definito l'impugnazione come "fisiologia del sistema giudiziario".

ORE 16,07 - "Il generatore di emergenza la sera del 13 gennaio 2012 non funziono', ma secondo i periti del Gip "questo non avrebbe avuto alcun impatto sull'avvenimento". I tecnici non hanno saputo spiegare perche' non fu ripristinata l'energia alla nave, dopo il blocco di quelli principali". "Non siamo arrivati ad alcuna conclusione sul perche' non ha funzionato" hanno spiegato i periti. Il black out avrebbe anche messo fuori uso i timoni, "che pero', pur in presenza di ordini diversi della plancia, non sono stati piu' utilizzabili, ma dopo l'impatto". Sul mal funzionamento degli ascensori, tesi sostenuta con forza dalla difesa di Schettino, il collegio peritale non ha saputo dare spiegazioni: "Non abbiamo visto se la posizione degli ascensori corrispondeva ai piani dove vi erano porte aperte".

ORE 16,02 - LA DIFESA DI SCHETTINO - "Siamo stati amareggiati e stupiti del fatto che Schettino sia stato considerato l'unico responsabile per il naufragio della Costa Concordia. Invece ci sono responsabilità
condivise ed è giusto che ognuno affronti quanto accaduto". E' il commento di Francesco Pepe, del collegio difensivo del comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, alla notizia dell'impugnazione da parte della procura generale di Firenze dei patteggiamenti per gli altri cinque indagati. "Non so quali sono motivazioni procura generale - ha aggiunto Pepe -. Che il timoniere abbia commesso un errore è cosa accertata. Senza l'errore del timoniere secondo noi la nave sarebbe passata. Di parere diverso i consulenti dell'accusa ma ci sono due perizie che dicono che la nave sarebbe sfilata senza questo errore. Vedremo come tribunale deciderà di muoversi con quelli che potrebbero ritornare ad essere coinputati".

ORE 16 - "L'impugnazione da parte della procura generale di Firenze dei cinque patteggiamenti per gli imputati, con Francesco Schettino, per il naufragio della Costa Concordia, è un fulmine a ciel sereno". Lo afferma l'avvocato Salvatore Catalano, che difende il primo ufficiale di coperta Ciro Ambrosio. "Non so ancora nulla di più, stiamo verificando", aggiunge Catalano. 14,46 - "Apprendo ora di questa iniziativa della Procura generale, essa fa parte della fisiologia del sistema giudiziario, siamo comunque fiduciosi che sarà dimostrata la correttezza del nostro operato". Lo ha detto il procuratore di Grosseto Francesco Verusio dopo aver appreso del ricorso in Cassazione che la procura generale di Firenze farà sui 5 patteggiamenti decisi dal tribunale di Grosseto per altrettanti indagati del disastro della Costa Concordia. 

14,35 -  La procura generale di Firenze ha impugnato i cinque patteggiamenti di altrettanti ex coimputati di Francesco Schettino per il naufragio della Costa Concordia: gli ufficiali di bordo Ciro Ambrosio e Silvia Coronica, il timoniere Jacob Rusli Bin, Roberto Ferrarini, capo dell'unità di crisi di Costa, e Manrico Giampedroni, direttore dell'hotel di bordo. I cinque avevano patteggiato pene fino a due anni e 10 mesi.

14,10 - Dopo l'impatto contro gli scogli della Costa Concordia, "dall'esame del Vdr (la scatola nera, ndr) non risulta che siano stati dati ordini per correggere i timoni, che sono sempre stati virati a dritta con l'angolo massimo di 35 gradi. I timoni erano ingovernabili e non ci furono manovre alternative": cosi' i periti del gip in aula rispondendo al quesito dei giudici sul generatore di emergenza. Schettino si è sempre difeso dicendo che aveva compiuto una manovra dopo l'impatto per avvicinare la nave al porto.

13, 57 - "Il generatore d'emergenza della Costa Concordia non funzionò'' ma questa avaria ''non ha avuto influenza alcuna sull'evento. I timoni rimasero sempre a 35 gradi e la nave era comunque ingovernabile: non erano possibili manovre alternative'': lo ha detto il collegio dei periti del gip rispondendo al secondo quesito dei giudici di Grosseto riguardo al funzionamento dell'impianto di emergenza. Sempre secondo i periti il generatore è comunque ininfluente a dare propulsione alla nave e a determinare il movimento dell'elica. ''L'impatto sugli scogli ci sarebbe comunque stato, l'azione sul timone fu nulla'', hanno proseguito i periti che, confermando il non funzionamento del generatore d'emergenza dopo l'urto contro gli Scogli hanno, però, anche escluso che fossero possibili manovre d'emergenza. ''Non abbiamo riscontrato la causa dell'avaria'' al generatore d'emergenza della Costa Concordia, hanno anche detto i periti, ''abbiamo constatato che ci furono dei surriscaldamenti che causarono il blocco dell'impianto ma non ne abbiamo determinato la causa''. Ai periti del gip è anche risultato che ''le verifiche periodiche'' previste ''siano state fatte".

11,17Per la prima volta Schettino ha rilasciato una breve dichiarazione spontanea: "Se non ci fosse stato l'errore del timoniere la nave si sarebbe fermata, secondo la mia esperienza. Nel momento in cui ho chiesto al timoniere di mettere i timoni a sinistra, l'errore è stato di non farlo, in quel momento la nave aveva un'accelerazione a destra. Se non ci fosse stato l'errore del timoniere, di non posizionare i timoni a sinistra, ovvero l'errore di scontrarsi, cioè di evitare la derapata  non ci sarebbe stato quello schiaffo". Con l'ordine di virare a sinistra, ha detto Schettino in un seconda dichiarazione spontanea in aula, ''volevo ridurre la velocità angolare della poppa della Costa Concordia rispetto alla rotazione, ottenendo quindi una contro-rotazione, forse con un impatto più verso prua, certo con meno rotazione a destra. Addirittura se la nave si fosse fermata passava via liscia. Ma la manovra errata non lo permise''.

''Mettere il timone a sinistra - ha proseguito Schettino nella sua spiegazione - significava mettere velocità angolare della prua quindi l'avanzo sarebbe stato privilegiato rispetto al moto rotatorio'' verso destra, che la faceva scodare di poppa verso la prua. Schettino, in sostanza, evidenziando l'errore del timoniere indonesiano, ha voluto dire che tentò di allineare la nave agli scogli, cercando di rimetterla in parallelo, comunque attenuando il più possibile l'angolo di impatto che si stava delineando di lì a poco. Ma l'errore al timone, secondo l'ex comandante, vanificò questo tentativo. I periti del gip hanno comunque sottolineato che l'impatto ci sarebbe stato lo stesso. La difesa dell'ex comandante aveva già insistito sugli errori del timoniere indonesiano sollecitando i periti del gip a puntualizzarli.

10,45 - Iniziata la discussione con la testimonianza del collegio dei periti. Ha parlato l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. Si sta trattando l'incidenza sulla collisione dell'errore del timoniere nell'eseguire gli ordini di Schettino. Il timoniere della nave ritardò la manovra di 13 secondi, ma l'impatto con gli scogli non sarebbe stato comunque evitabile. Di questo parere è l'ammiraglio Cavo Dragone, capo dei periti del gip, che ha deposto in aula. C'e' stato un ritardo rispetto al comando ordinato dal comandante Schettino ma, a causa della velocità, della prossimità delle costa e delle condizioni del mare l'impatto non era evitabile. L'ammiraglio ha spiegato che la conclusione a cui è arrivato il collegio peritale è dovuto al complesso dei dati a disposizione e dell'esperienza professionale sulla materia. "Calcoli matematici è difficile farli - ha precisato - ma secondo noi esistevano buone probabilità che l'impatto ci sarebbe stato comunque".

10,20 - E' iniziato da pochi istanti, con un'ora di ritardo,  il processo a Schettino, la prima delle cinque udienze durante le quali sarà rivissuta la notte del naufragio attraverso la perizia redatta dai periti scelti dal gip Valeria Montesarchio in sede di indaginj preliminari.

9,45-  Schettino è arrivato insieme ai suoi avvocati, è sceso dall'auto e non ha rilasciato dichiarazioni, entrando subito nel teatro. Finora non ha mai mancato un'udienza del processo che lo riguarda. Per tutta l'estate ha studiato le carte con i suoi legali.

9,35 - Da pochi minuti è arrivato al teatro Moderno l'ex comandante Schettino che di alcuni istanti ha preceduto i tre giudici che compongono il collegio. A breve l'inizio del processo.

Unico imputato l'ex comandante, accusato di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, disastro colposo, abbandono di incapace a bordo e mancate comunicazioni alle autorita'. Come da calendario fissato nell'ultima seduta di luglio, nella sala del tribunale allestita al cinema Moderno compariranno i periti e i consulenti per illustrare quanto avvenuto nel corso dell'incidente probatorio.

Solo dopo la loro deposizione, il presidente del collegio giudicante Giovanni Pugliatti deciderà se accogliere o meno la richiesta di superperizia avanzata dalla difesa di Schettino e dal Codacons su alcuni elementi emersi negli ultimi tempi. Le udienze andrano avanti oggi e domani, giovedì e venerdì, con pausa mercoledì.