Grosseto, 19 giugno 2013 - Il relitto della {{WIKILINK}}Concordia{{/WIKILINK}}, con la sua tragedia e le migliaia di drammi umani che l’accompagnano da gennaio 2012, lascerà il {{WIKILINK}}Giglio{{/WIKILINK}} fra marzo e aprile del 2014. Per essere smantellato nel porto di Piombino. Che verrà attrezzato non solo per demolire quel che resta del «fantasma» comandato da Schettino, ma diventerà riferimento per le mille navi che, ogni anno, in Europa, devono essere rottamate.

«Possiamo dirlo con certezza: a marzo 2014 il porto di Piombino sarà pronto», annuncia {{WIKILINK}}Enrico Rossi{{/WIKILINK}}, presidente della Regione e commissario straordinario per l’adeguamento dello scalo. Che, dopo le ultime rassicurazioni del governo Letta, può scandire i tempi.

Cominciando da un punto fermo: ieri l’altro si è chiusa la preselezione delle 14 aziende che aspirano ad aggiudicarsi l’appalto. L’assegnazione dei lavori avverrà entro luglio, mentre l’apertura dei cantieri è prevista per settembre. E, soprattutto, entro marzo 2014, dovranno essere pronti il molo foraneo sottoflutto; la banchina da 370 metri; il piazzale da 8 ettari; l’escavo che porterà i fondali a 20 metri. Profondità buona per la Concordia, ma anche per accogliere le grandi navi porta container in arrivo dall’Asia, capaci di far rivivere l’industria siderurgica, rendendola competitiva a livello mondiale. Significa, in termini concreti, che per Piombino si schiudono prospettive di lavoro: per demolire i relitti ma anche per rafforzare la capacità di produrre acciaio. E di esportarlo.

Tutto rose e fiori? No, soprattutto in un periodo di crisi come questo. Ma Rossi è ottimista. E se la cava con una scrollata di spalle quando gli diciamo che i Grillini, in Parlamento, stanno insistendo, con mozioni e interrogazioni, per trascinare la Concordia a Palermo. Con un penoso e pericoloso «funerale» nel Mediterraneo. Il governatore è sicuro: ha ricevuto da Letta l’assicurazione che i 111 milioni d’investimento su Piombino serviranno, in primis, per la Concordia. La Regione contribuirà per la metà: circa 56 milioni. Col doppio obiettivo: cancellare il relitto che angoscia il Giglio e forgiare una Piombino d’acciaio.

di Sandro Bennucci

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