Grosseto, 10 aprile 2013 - I beni del comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, del 'fleet crisis coordinator' Roberto Ferrarini, dell'hotel director Manrico Giampedroni rimangono sotto sequestro a garanzia del pagamento di spese processuali e risarcimenti. E' quanto deciso nel primo pomeriggio a Grosseto dal collegio del riesame, presieduto da Michele Addimandi.

Dopo l'udienza sul naufragio della Costa Concordia di oggi a Grosseto, il collegio del riesame ha affrontato il ricorso presentato dai legali di Schettino per il dissequestro del patrimonio del comandante, fra cui la casa, il garage e una moto Honda. Gli altri due imputati, il 'fleet crisis coordinator' Roberto Ferrarini e l'hotel director Manrico Giampedroni, hanno invece rinunciato a presentare la stessa istanza.

Il collegio ha dunque deciso sulla sola istanza di Schettino e il 12 aprile depositeranno le motivazioni della decisione.

Il collegio, composto dal presidente del tribunale di Grosseto Michele Addimandi e dai giudici Giovanni Muscogiuri e Vincenzo Pedone, è rimasto riunito quasi un'ora. Per la procura di Grosseto era presente il sostituto Alessandro Leopizzi.

Nonostante i difensori di Francesco Schettino abbiano ribadito la volontà di ottenere il dissequestro del patrimonio del comandante, i beni resteranno dunque 'congelati', così come disposto da circa un mese con un provvedimento a scopo cautelativo circa il pagamento delle spese processuali e dei risarcimenti dal gup Pietro Molino, su richiesta della procura grossetana.