Grosseto, 16 ottobre 2012 - Un Francesco Schettino assorto, in silenzio che ascolta la discussione e prende continuamente appunti: cosi' viene descritto il comandante della Costa Concordia mentre oggi partecipa al secondo giorno dell'udienza per l'incidente probatorio sulla scatola nera. Schettino, si apprende durante una pausa dell'udienza, e' molto silenzioso e attento agli interventi; diversamente da ieri ha scambiato pochissime parole con i suoi avvocati e consulenti.

Davanti al gip Valeria Montesarchio prendono la parola periti e difesa. L'oggetto del contendere la manovra di Schettino la notte del 13 gennaio. Se per gli avvocati dell'ex comandante della Concordia "quella manovra non fu casuale, perché lui, finche' pote' ancora usare i timoni, imposto' quella manovra tenendo conto delle correnti e del vento portando così in salvo la Concordia, permettendole di adagiarsi su un basso fondale", per i periti quella circostanza non è vera.  Secondo i chiarimenti fatti al gip dal collegio peritale, la nave si incaglio' davanti al porto del Giglio ''per un caso'' e non per volonta' e possibilita' da parte del comandante Schettino di governarla.
 

Nel rispondere a quesiti specifici del gip, i periti scrivono che ''mettere la barra tutta a dritta'' dopo l'urto ''lascia pensare che il comandante volesse allontanarsi dall'isola e non, come da lui dichiarato, rimanere sottocosta sfruttando l'azione del vento per far andare la nave verso il punto d'incaglio''. Schettino ''non puo' affermare di aver manovrato prevedendo gli effetti del vento'' e ''aver messo tutta la barra a dritta avrebbe potuto anche comportare che la nave dirigesse al largo'' dove ci sono fondali alti.

(ORE 15, TELEFONATA CON LA CAPITANERIA - ''Stiamo imbarcando acqua, tanto è calma piatta''. Sembra quasi una battuta quella che il comandante Schettino fa al telefono con le Capitanerie di Porto di Livorno alle 22.32 del 13 gennaio, dunque 47 minuti dopo aver portato la Concordia sullo scoglio davanti al Giglio e quando già era chiaro a tutti, lui per primo, che la nave stava affondando. Tanto che la successiva affermazione è forse la più vera, uscita dalla sua bocca quella notte: ''e poi ci pensi Dio''.
 

La telefonata è riportata nella perizia del Gip di Grosseto - che e' l'oggetto della maxiudienza per l'incidente probatorio in corso al teatro Moderno - nella parte relativa alle comunicazioni tra la plancia e le autorità marittime competenti. Ed è proprio una di queste, la Capitaneria di porto di Livorno, che alle 22.25 chiama la plancia per chiedere un aggiornamento della situazione. A rispondere è Schettino: ''Stiamo valutando una via
d'acqua; abbiamo una falla
- dice il comandante - vi chiediamo R/r in assistenza che ci tira su''. Una voce non identificata, aggiunge: ''e tutti i passeggeri hanno indossato i giubbotti di salvataggio; nessun ferito; la falla non è ancora identificabile, falla squarcio lato sinistro''. Un minuto dopo, alle 22.26.46 la Capitaneria chiede: ''la falla si è verificata a causa di che cosa?''. Risponde il vice di Schettino, Ciro Ambrosio. ''non è ancora identificato; falla per uno squarcio lato sinistro''. Passano sei minuti e stavolta è Schettino che chiama le Capitanerie: "praticamente - dice - stiamo imbarcando". E aggiunge: "tanto è calma. E poi Dio ci pensi,
non abbiamo problemi, dobbiamo solo mettere i passeggeri a mare, se ci mandate dei mezzi per cortesia..con molta velocità"

ORE 13,30 L'INTERVISTA DI SCHETTINO AL TG5  "Il Giglio è una località meravigliosa". Lo ha detto questa mattina Francesco Schettino, prima di entrare in auto per raggiungere Grosseto, dove l'attendeva il secondo giorno di udienza dell'incidente probatorio sul naufragio della Costa Concordia. Non erano ancora le 7.30 quando il comandante Schettino è stato bloccato dalla giornalista dell'TG5 Claudia Marchionni, fuori dal residence dove alloggia da quando è arrivato, domenica sera da Meta di Sorrento e dove torna ogni sera al termine delle udienze. Non aveva intenzione di parlare e con fare cortese ma sbrigativa ha cercato di raggiungere l'auto il prima possibile, ma alla domanda "E' vero che lei si è riferito al Giglio, dicendo 'Questo c.... di Giglio'? Assolutamente, ha replicato. "E' un luogo meraviglioso". Poi è salito velocemente in auto. "E' tardi. Devo andare". A Grosseto infatti è arrivato intorno alle 9, in ritardo rispetto a ieri mattina.
 

ORE 12,30 La procura di Grosseto ha aperto un fascicolo sugli oggetti di valore presenti a bordo della nave Concordia e trafugati. Il sospetto è che siano stati trafugati, da 'sciacalli', nella parte emersa dello scafo.  La notizia è stata anticipata dal Tgcom24 e confermata da fonti vicine alla Costa che precisa come il fascicolo sarebbe stato aperto da mesi. Si tratterebbe in particolare delle due gioiellerie nella parte secca della nave. Le immagini sarebbero state fornite dai carabinieri 

ORE 11 Anche il 3D alla seconda udienza dell'incidente probatorio sulla scatola nera del naugragio della Costa Concordia. E' ripartita con una dettagliata analisi tridimensionale della falla che si aprì sul fianco sinistro della Costa Concordia l'udienza per l'incidente probatorio in corso da ieri al Teatro Moderno di Grosseto e presieduta dal giudice per le indagini preliminari Valeria Montesarchio. L'esame della falla viene illustrato da uno dei periti incaricati dal gip Valeria Montesarchio, il quale ha realizzato una ricostruzione dettagliata del danno provocato alla nave dall'impatto contro gli scogli dell'isola del Giglio il 13 gennaio scorso.
 

Dopo l'urto, la Costa Concordia strisciò violentemente contro le rocce e si la fiancata si aprì per alcune decine di metri causando il repentino allagamento dei locali e quindi provocando l'inclinazione e il conseguente semiaffondamento della nave. Secondo quanto emerge, la definizione del danno dovuto alla falla è considerato uno dei punti di partenza per la discussione sulle altre criticità determinatesi nell'emergenza, fra cui la valutazione fatta dalla plancia di comando sul danno subito e i tempi di reazione dell'equipaggio a bordo e, conseguentemente, degli ordini di abbandono della nave e dei soccorsi.
 

Oggi i periti del gip concluderanno l'illustrazione del loro lavoro. Successivamente è stato previsto gli interventi delle parti coinvolte nel procedimento.

ORE 9,30 E' partita stamattina la seconda udienza per l'incidente probatorio sulla scatola nera della nave Concordia. Prima delle 9 è appena arrivato l'avvocato di Francesco Schettino Bruno Leporatti sulla sua Clio nera.

Oggi sarà affrontata la questione della 'falla', creata dall'urto della nave contro gli scogli dell'Isola del Giglio, la sera del 13 gennaio. Sarà perciò un'udienza molto tecnica in cui, alcuni esperti di Napoli, cercheranno di capire come è stata creata l'apertura di 70 metri come è entrata l'acqua nella nave. Poi la parola passerà alla procura.

ORE 9 Allle 9 in punto la Mercedes con a bordo l'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino in abito grigio, spiazzando tutti i giornalisti, è arrivato entrando in controsenso da via Piave, dove si trova l'ingresso posteriore del teatro Moderno. Schettino è sceso dall'auto con cui è stato accompagnato e ha salutato gli operatori delle tv appostati sulle case vicine con un gesto della mano e una parola che ai più è sembrato un 'buongiorno'. Poi si è recato in aula.
 

 SCHETTINO AI NAUFRAGHI TEDESCHI: VI HO SALVATO LA VITA"

"Non ce la dovete avere con me, perché io, con la mia manovra, ho salvato la vita a voi e a tantissimi passeggeri". E' quanto ha replicato, in aula, ieri, a Grosseto, l'ex comandante Francesco Schettino a una coppia di coniugi tedeschi, sopravvissuti al naufragio della Costa Concordia, avvenuto il 13 gennaio davanti all'isola del Giglio.
Michael Lissem e sua moglie Angelika, intervistati da Sky Tg24, hanno raccontato di "aver avuto modo di parlare più volte col comandante Schettino. Gli abbiamo chiesto come stava e lui diceva che si sentiva proprio male, era agitato".

"Io ho detto a Schettino - ha detto Michael- che mia moglie, qua presente, è stata male quella notte perché non sa nuotare. Ma lui ha repicato di aver fatto la manovra che ha consentito di salvarci la vita. Ha fatto capire che era stata la sua manovra a evitare una tragedia di più ampia portata".

Come avete visto Schettino in aula? "All'inizio ero molto arrabbiata con lui -ha risposto Angelika, ma oggi che l'ho visto di persona ho in parte cambiato opinione". Per la superstite, l'ex comandante "ha dimostrato di avere un lato umano e mi è sembrato più simpatico, mentre prima mi sembrava molto più scostante e antipatico". Secondo il racconto della coppia, Schettino ha poi detto che "deve essere riportata la verità, ma le cose che vengono sostenute dai periti non sempre sono esatte ed è per questo che è venuto al processo: vuole che venga fuori la vera verità".

L'ECOSCANDAGLIO 

Nelle due ore precedenti alla collisione con gli scogli de Le Scole all'isola del Giglio, sulla nave Costa Concordia era disattivato il sistema di ecoscandaglio, che serve a conoscere in tempo reale la profondita' e le condizioni del fondale marino su cui si muovono le imbarcazioni. E' quanto ha affermato l'avvocato Alessandro Lecci, legale del Comune del Giglio. ''I periti del tribunale hanno accertato che dalle 19.45 fino alle 21.48 l'ecoscandaglio della nave era spento'', ha detto l'avvocato, rivelando un passaggio dell'udienza di ieri al Teatro Moderno di Grosseto per l'incidente probatorio sulla scatola nera della Concordia. La collisione avvenne alle 21.45 del 13 gennaio.

''L'ecoscandaglio? Per non dire che era guasto diranno che era spento, così la colpa, invece che a Costa, la daranno a qualcun altro''. Sono le parole di Bruno Neri, professore dell'università di Pisa e consulente di due naufraghi, pochi minuti prima di entrare al teatro Moderno, sede della udienza dell'incidente probatorio per il disastro della Costa Concordia. ''Chiederemo da quale fonte arriva questa notizia quando ci sarà il contradditorio con le parti - continua Neri - anche perchè quello è uno strumento obbligatorio che deve anche registrare il tracciato della nave. Sono tutti tasselli comunque che si aggiungono ad un quadro generale sempre più preoccupante''.

L'ENTRATA IN AULA DI PM E PERITI

Sono entrati dallo stesso ingresso anche i pm della procura di Grosseto e i periti, tra cui l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. L'ingresso secondario verrà usato per tutta l'udienza così da evitare l''assalto' delle telecamere posizionate all'ingresso principale.

Sono arrivati anche i magistrati della Procura Alessandro Leopizzi e Stefano Pizza e l'avvocato Lecci, che difende l'isola del Giglio.