Grosseto, 5 settembre 2012 - Maremma, terra di cacciatori, “amara” per consuetudine, schiva per difetto. Polemica per natura. Come quella che è deflagrata come una bomba quando il mondo delle doppiette ha istituito per legge una ricompensa a tutti coloro che nella bisaccia, oltre che a qualche fagiano, lepre o tordo, riuscirà ad infilarci anche qualche volpe. O meglio, la sua coda.

Basta infatti quel macabro reperto peloso per farsi rimborsare 10 euro dagli Atc 6 e 7 (Grosseto e Massa Marittima). Poi, se hai la fortuna di avere in tasca la tessera di Libera Caccia allora nel tuo portafogli “piovono” altri cinque euro. In soldoni, una volpe vale 15 euro.

E se la lega antivivisezione ha già espresso il suo personalissimo sdegno, anche il Wwf ha chiesto chiarezza. E sull’idea dell’incentivo per far fuori la volpe, si è innescata una vera e propria battaglia dialettica tra le tre maggiori associazioni venatorie in provincia.

Preferisce invece rimanere in silenzio il presidente della provincia Leonardo Marras, che ha in tasca la delega alla caccia, che “glissa” quando nel merito di un’iniziativa quantomeno strana, potrebbe anche entrarci. Sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta è Paolo Isidori, presidente provinciale di Libera Caccia, l’unica associazione che ha aggiunto 5 euro di incentivo ai 10 che già dà l’Atc: «La volpe è un animale nocivo, insieme alla poiana e alla cornacchia. Se individua un covo di fagiano mangia tutto, dai piccoli alle uova. In tutta la provincia non si vedono più uccelli a parte le cornacchie. Ecco perché – sostiene con forza – le volpi vanno abbattute».

Sull'incentivo è chiaro: «Spendiamo dei soldi per fare i contenimenti e il lancio degli animali degli Atc spesso sono infruttuosi. E’ inutile salvaguardare la selvaggina se poi ci pensano le volpi. Gli animalisti? Pensino ai fatti loro». Rimane a metà del guado Luciano Monaci, presidente provinciale di Federcaccia: «Quando la caccia è aperta la volpe si può cacciare. Noi non diamo incentivi, ma credo che sia giusto contenere un animale nocivo che in questo momento ha invaso le nostre campagne. Bisogna anche salvaguardare prima di tutto gli agricoltori e poi la selvaggina – chiude Monaci – altrimenti rimarranno soltanto le volpi».

Chi invece condanna la decisione degli Atc è Luciano Sozzi, esponente di Arcicaccia: «La volpe è cacciabile, ma da qui ad incentivare con i soldi la sua uccisione ce ne corre e non sia proprio nella filosofia di un’associazione venatoria. Andrebbero fatti dei censimenti e poi, se ce ne sarà la necessità, allora è giusto programmare degli abbattimenti. La caccia deve essere tradizione e divertimento e lo spirito che promuoviamo noi è quello della caccia sostenibile».