Grosseto, 2 agosto 2012 - La Provincia di Grosseto ha deciso che dall'1 agosto al 30 settembre si potranno uccidere i piccoli di caprioli e daino. E' quanto diffonde Geapress, specificando che secondo le previsioni del calendario venatorio 2012-2013 della Provincia, i cacciatori di "selezione", potranno uccidere i cuccioli per cinque giorni la settimana, tranne martedì e venerdì.
E' quanto inserito dalla Provincia in un’apposita integrazione nel calendario venatorio, fondata sull'approvazione, avvenuta solo un giorno prima, di una delibera della Regione Toscana che ha concesso l'aumento dei giorni di caccia da selezione da due a cinque giorni la settimana.
A differenza dei piccoli, la caccia dei caprioli e dei daini maschi, giovani e adulti è prevista esclusivamente nei periodi dal 15 agosto al 30 settembre e dall'1 giugno al 15 luglio, mentre le giovani femmine e le adulte saranno cacciabili solo dall'1 gennaio al 14 marzo. Per gli altri ungulati varranno altre disposizioni.
Secondo l'agenzia di informazione animalista la caccia di selezione nei confronti dei cuccioli di daino e capriolo è contraria allo stesso calendario venatorio, secondo il quale la caccia si dovrebbe aprire il 16 settembre.
Le associazioni ambientaliste denunciano la decisione dela Provincia come una mostruosità anche se provvedimenti smili sono stati presi anche in altre regioni d’Italia. WWF, LAC, A.C.U. e Coordinamento associazioni ambientaliste, ricordano il parere contrario dell’Istituto tecnico (ISPRA) deputato dalla legge nazionale sulla caccia a regolamentare l’attività venatoria. L’invito dell’ISPRA, riferiscono sempre le Associazioni, è di non abbattere queste specie durante le fasi critiche della stagione riproduttiva e di cura della prole.
Secondo le associazioni è "una barbarie abbattere i piccoli di capriolo e daino nel periodo di allattamento. Si tratta, inoltre, di una sofferenza atroce nei confronti della madre che si vedrebbe uccidere i propri cuccioli".
La pensano diversamente la Provincia di Grosseto e la Regione Toscana che hanno approvato e integrato l'estensione del calendario venatorio per questo tipo di caccia con la probabile motivazione che l'incontrollata riproduzione di queste speci possa causare danni all’agricoltura, ma gli animalisti sostengono che sarebbero altre le strade da battere per difendere le coltivazioni.
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