Firenze, 14 giugno 2012 - Caccia a un secondo latitante nell'inchiesta per riciclaggio ed esercizio abusivo di attività finanziaria in cui sono spariti oltre 250 milioni di euro raccolti in Italia con le promesse di generosi interessi, del 10%, ottenuti tramite trasferimenti ed investimenti in banche svizzere del gruppo Rothschild, nonché con la promessa di mantenere l'anonimato al fisco.

Il gip di Firenze ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare - oltre che per il 'Madoff della Maremma', l'americano Robert Da Ponte che è sparito con la famiglia rendendosi irreperibile - anche per Paolo Poriniensi, 46 anni di Pordenone, abitante a Treviso, direttore esecutivo della società con sede in Svizzera, con sede a Grosseto, Rothsinvest, non autorizzata a fare intermediazione finanziaria in Italia.
 

Il nome di Poriniensi era emerso nell'inchiesta di procura e Ros dei carabinieri di Firenze, ma solo con gli interrogatori di garanzia che il gip ha fatto sui quattro arrestati si è chiarito il suo ruolo-chiave nei trasferimenti di denaro tra Svizzera e Montenegro, con cui teneva rapporti costanti. Di qui la richiesta degli inquirenti di arrestarlo in carcere. Ma anche lui, come gia' il 'dominus' dell'organizzazione e uomo di fiducia del gruppo Rotschild, il californiano Robert Da Ponte, è irreperibile.
 

Oltre ai flussi per la Svizzera, verso istituti di credito della Rotschild e del gruppo Falcon Bank, le indagini degli investigatori fiorentini seguono la pista del Montenegro. Nel paese balcanico esiste un ente, denominato
Porto Montenegro, cui gli indagati muovevano ingenti quantità di denaro. Secondo ipotesi investigative, le operazioni in Montenegro sarebbero state seguite da Poriniensi, che comunque era totalmente al corrente di quanto avveniva nella filiale italiana di Rotshinvest.

L'OMBRA DELLA CAMORRA SULL'INCHIESTA

Per ora sono solo ombre, ma le parentele di un arrestato con referenti di spicco della camorra stanno destando interesse tra gli inquirenti fiorentini, procura e Ros dei carabinieri, impegnati nell'inchiesta per riciclaggio relativa alla sparizione di oltre 250 milioni di euro transitati da banche della Svizzera tramite la societa' Rothsinvest.
Secondo quanto emerge, la famiglia di Salvatore Aria, arrestato in carcere ed uno dei piu' stretti collaboratori di Robert Da Ponte, il dirigente del gruppo Rothschild irreperibile con la famiglia da meta' maggio, era molto legata alla Nuova camorra organizzata (Nco), in particolare con Roberto Cutolo, figlio di Raffaele.

Gli investigatori del Ros rilevano i rapporti di Armando e Michele Aria, rispettivamente padre e fratello di Salvatore Aria, il promotore finanziario ora arrestato nel carcere di Sollicciano (Firenze), con la Nco.


A Tradate, nel Varesotto, gli Aria si erano spostati da Teano (Caserta), città di origine. Lo stesso Roberto Cutolo vi visse per un periodo, dovendo osservare un soggiorno obbligato, ed ebbe legami con Michele Aria - i due furono anche arrestati per aver avviato attivita' criminali insieme nella zona -. A Tradate il figlio di Cutolo fu ucciso nel 1990 in un agguato.
 

Sempre dall'inchiesta fiorentina è emerso che un collaboratore della Rothsinvest, Francesco Minunni, risulta imparentato con esponenti della camorra: per il Ros suo zio materno e' Gennaro De Angelis, uno dei maggiori esponenti del clan dei Casalesi. Per le indagini Minunni sarebbe stato impegnato con il Consorzio Toscano Cooperative (Ctc) a reperire circa 200 mln di euro per far decollare il progetto Genius Mundi, parco
a tema di estensione regionale ispirato a Leonardo da Vinci. Il parco, ipotizzato tra Firenze e Pisa, non è mai nato ma Da Ponte e la Rothsinvest avrebbero dato al Ctc ed a Minunni assistenza finanziaria per realizzarlo.