Grosseto, 29 maggio 2012 - La svolta sul caso Jasmin, la bimba di Roccastrada contesa dal padre tedesco Ranier Paeplow, potrebbe arrivare il 12 giugno prossimo, quando il tribunale di Grosseto dovrà decidere sulla separazione e sull’affidamento della piccola. Ma intanto prosegue la mobilitazione a sostegno della madre, Parisa Doost, e ieri il vicepresidente del parlamento europeo e mediatore per le sottrazioni internazionali Roberta Angelilli, l’europarlamentare Cristiana Muscardini, il presidente della provincia Leonardo Marras, assieme a Marinella Colombo, un’altra delle mamme italiane a cui lo Jugendamt ha sottratto i figli, hanno fatto fronte comune con Parisa. Per evitare che un’altra mamma si veda strappare la figlia da una legge «anacronista e ingiusta».


«La nostra non è una battaglia per i genitori — ha detto Muscardini — ma per i bambini, che non vengono nemmeno ascoltati per sapere con quale genitore vogliono stare». Le potenziali «vittime» dello Jugendamt, in Europa sono almeno 140mila ogni anno: questo è il numero dei divorzi sui 300mila matrimoni binazionali. «Nel Parlamento Europeo — avverte Angelilli — abbiamo ricevuto 65 petizioni con migliaia di firme a sostegno dei genitori che si sono visti sottrarre i figli». Tra loro anche Marinella Colombo, la sua storia è diventata un libro, e nonostante il carcere, il mandato di arresto emesso su ordine della procura tedesca per sottrazione di minori (i suoi bimbi), lei non si arrende.

 

E lo ha detto chiaro anche ieri: «Bisogna far conoscere i rischi a cui va incontro, in caso di separazione, un europeo che sposa un tedesco. Io chiedo solo di riavere i miei bambini». Dal dibattito emerge anche l’idea di una sorta di consenso informato, perché, dicono in tanti, «quando finisce l’amore, non si può criminalizzare la genitorialità». E quella per Jasmin diventa una battaglia per tutti i bimbi. L’avvocato Laura Cossar, che difende Parisa, si dice moderatamente fiduciosa che questa storia abbia un buon epilogo: «Il 27 aprile scorso la Corte d’Appello di Baviera, per la prima volta ha emesso un decreto in cui dice che ci sono i requisiti per cui la competenza a decidere sulla dimora abituale di Jasmin passi all’Italia. E’ un segnale di grande apertura. Ora decideranno i nostri giudici».