Grosseto, 13 marzo 2012 - «LA PROPOSTA di Sat è semplicemente folle». Non ci sono mezzi termini per Giuliano Paolini, presidente dell’associazione Procosta, per definire l’ultima idea estratta dal cilindro della società presieduta da Antonio Bargone. «L’ennesima di una storia infinita — ribadisce Paolini— che pende come una spada di Damocle lungo tutto un territorio in cui nessuno investe più in attività e quelle che ci sono, case comprese, perdono valore finché non sarà chiaro dove passerà questa autostrada. Tutto lo sviluppo è di fatto bloccato da questa storia».


Procosta la sua idea di tracciato ce l’ha da tempo. È l’unico soggetto ad aver avanzato una sua proposta, con tanto di progetto. Il tracciato riprende in parte quello del 2008, che prima dell’azzeramento dei costi di subentro da parte del governo (da circa otto miliardi a zero assoluto) aveva raccolto il consenso di tutti gli enti, ma lo rende più economico, evitando in pratica la realizzazione della galleria sul massiccio calcareo. Come? Semplice: passando ai piedi della collina anziché attraverso la collina. Il tracciato di Procosta prosegue nell’entroterra e prevede due possibilità per riunirsi all’Aurelia in territorio capalbiese: o alla Nunziatella o passando per Valle d’Oro.


Questa è l’unica ipotesi possibile per la variante interna chiesta dal Comune e dalle associazioni che compongono il territorio. L’unica che la Sat non ha ancora ufficialmente preso in considerazione. Questo per via di uno studio di «archeologia preventiva» eseguito dall’università di Tor Vergata in base al quale in quella zona «potrebbero» trovarsi dei reperti. In realtà, sembra che anche all’interno della Sat, e quindi del suo consiglio di amministrazione, questa visione sia tutt’altro che unanime. Da alcune indiscrezioni che circolano attorno alla Tirrenica, sembra che all’interno della società una componente di buona consistenza propenda per scegliere questa ipotesi e presentare un progetto di variante molto simile a quello pensato a suo tempo da Procosta e poi ripreso da tutti gli altri, Comune di Orbetello compreso. All’interno della stessa Sat sarebbe insomma in corso un confronto serrato, il cui esito potrebbe condizionare l’intera vicenda della Tirrenica.

 

Al momento, però, l’ipotesi resta quella arrivata nei giorni scorsi in Regione. Un tracciato che corre sopra l’Aurelia per entrare in variante a Fonteblanda e virare vero l’interno, procedere così dietro Albinia e poi fino a Barca del Grazi dove vira di nuovo e attraverso l’Aurelia per proseguire accanto alla ferrovia nell’area di Campolungo e riattraversare l’Aurelia all’altezza della polizia stradale, entrando nei terreni della Sipe Nobel per andare a riprendere l’Aurelia ad Ansedonia.


«È comunque un passo in avanti —commenta Rolando Di Vincenzo, capogruppo di minoranza — che almeno salva le attività della zona di Albinia. Non è molto diverso dal tracciato che discussero Ceccobao, Marras e Matteoli. Solo che quello anziché virare verso l’Aurelia a Barca del Grazi proseguiva nella zona dei poggi e rientrava sull’Aurelia al Pitorsino. Rispetto alla sovrapposizione totale questo è un passo avanti ma non basta. L’autostrada deve stare lontano dall’Aurelia. Se il problema è di natura economica, allora si risolve mettendoci le risorse, come la Regione ha fatto per molte altre cose. Per farlo serve il dialogo, perché questo braccio di ferro continuo rischia di portarci l’autostrada fino a Fonteblanda e fino ad Ansedonia, lasciando nel mezzo un’Aurelia che a quel punto dovrà per forza diventare autostrada per ragioni di sicurezza».
 

Riccardo Bruni