Grosseto, 16 febbraio 2012 - Gli orari riportati nel video girato in plancia non convincono i magistrati. «Non è in discussione l’attendibilità del filmato — ha spiegato il procuratore capo Francesco Verusio — la plancia è quella della Concordia e Schettino c’è. Non ci sono dubbi, ma stiamo verificando alcuni passaggi». Alcuni passaggi che significa valutare se l’orario spostato in avanti di un’ora, abbinato a quanto accaduto — ed è innegabile che le fasi registrate riguardino il dopo-collisione — confermi l’orario di quando la nave ha impattato lo scoglio, cioè le 21.40 circa.
Ierii magistrati che stanno conducendo le indagini hanno di nuovo visionato gli scatti e qualcosa non li convince appieno. Nei prossimi giorni, probabilmente, saranno ascoltati di nuovo anche gli ufficiali che si trovavano sul ponte di comando, perché la versione di alcuni di loro non collimerebbe con quanto filmato dal registra improvvisato, sulla cui identità ancora niente è stato svelato, salvo forse il sesso.
E il computer del comandante che fine avrebbe fatto ? Sentita dai magistrati Alessandro Leopizzi e Maria Navarro, la non più misteriosa donna bionda, Cristina Porcelli, avvocato dell’ufficio legale di Costa, ha negato di avere mai ricevuto il personal computer. « Mai preso» ha dichiarato. E allora dov’è andato a finire? Pare, ma il condizionale è d’obbligo, che prima di entrare nella caserma dei carabinieri di Orbetello Schettino l’abbia consegnato al fratello Salvatore. Si tratterebbe di un «Mac» bianco che è stato prelevato dalla cabina del comandante da Domnica Cemortan, come lei stessa ha dichiarato nel corso dell’interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Marina di Grosseto.
Il comandante avrebbe invece consegnato all’avvocato Porcelli il telefono cellulare del ponte di comando. Ma che cosa c’è di così tanto importante in quel personal computer? Solo mail riservate o che altro? Non sono ancora stati iscritti nuovi nomi nel registro degli indagati, ma tra qualche giorno è possibile che alcuni avvisi di garanzia vengano firmati altri avvisi di garanzia. Probabile nei confronti di alcuni esponenti dell’unità di crisi di Costa che la sera del naufragio sono stati i «punti di riferimento» di Schettino.
Il Codacons, intanto, ha presentato alla Procura di Grosseto una denuncia nei confronti dell’amministratore delegato di Costa Crociere, Pierluigi Foschi, del direttore marittimo della Compagnia, Roberto Ferrarini e degli ufficiali che erano a bordo della Concordia la sera del naufragio davanti all’isola del Giglio, chiedendo che vengano accertate le eventuali responsabilità. La denuncia è stata presentata ieri dal presidente del Codacons Carlo Rienzi sottolineando che «i reati ipotizzati dall’associazione, a vario titolo, sono concorso in omicidio colposo, naufragio, abbandono della nave e diserzione».
Il Codacons ha anche annunciato che presenterà una richiesta alle Capitenerie di Porto affinchè sospenda alla Costa la licenza di navigazione per 30 giorni. «Tempo necessario per effettuare le verifiche sulla sicurezza di tutte le navi della società», ha affermato il Codacons. E una richiesta al commissario per l’emergenza Franco Gabrielli affinchèsia lo Stato e non la Costa ad occuparsi della rimozione della Concordia.
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