Isola del Giglio, 1 febbraio 2012 - "Ora sto veramente bene. Adesso devo fare riabilitazione ma sto bene. Di quei momenti nella pancia della nave ricordo di essere finito nel ristorante Milano, mentre cercavo di mettere in salvo delle persone. Si è aperta una porta al rovescio e sono precipitato". Queste le parole del Capo commissario di bordo della Nave Costa Concordia Manrico Giampedroni a Tgcom24, appena dimesso dall`ospedale di Grosseto.

"Ho trovato un panino e una coca cola che galleggiavano - racconta - Li ho presi e almeno ho mangiato qualcosa. Mi sono mosso e sono riuscito a cambiare tre o quattro posizioni, avevo però il piede che andava da una parte all`altra, c`erano sedie, tavoli, non riuscivo a muovermi bene. Per richiamare i soccorsi ho utilizzato una padella per fare rumore. Dai finestroni vedevo i mezzi di soccorso intorno alla nave e cercavo di urlare".

"Quando ho visto il primo vigile del fuoco l`ho abbracciato. Quei ragazzi sono stati eccezionali - conclude Giampedroni - in tre ore ero fuori da lì. Ho chiamato subito mia moglie e mia madre. Passati i tempi tecnici, il mio desiderio più grande è di tornare a lavorare per Costa Crociere".
 

E' difficile per Manrico Giampedroni ricostruire chi c'era in plancia della Costa Concordia la sera del naufragio: ''Era buio, si vedevano bene solo gli strumenti di bordo'', ricorda aggiungendo di esser stato convocato proprio in occasione del passaggio ravvicinato all'Isola del Giglio. Ma si ricorda della presenza di una donna, una che non ha riconosciuto, ha detto rispondendo ad una domanda dei cronisti che gli hanno chiesto della ragazza moldava vista insieme al comandante Francesco Schettino.

Non vi eravate accorti di essere troppo vicini all'Isola del Giglio? ''Non sono un comandante, ma evidentemente chi in quel momento era al comando forse era distratto''. Di confusione in plancia in quel delicato momento aveva parlato anche uno degli ufficiali, Silvia Coronika. ''Non so - ha risposto Giampedroni - lei non mi ha mai detto ne' buongiorno ne' buonasera''. Dopo l'urto, ricorda Giampedroni, ha capito che la nave si stava allagando. ''Con la compagnia ho avuto diverse telefonate - ha aggiunto il commissario di bordo - poiche' ci chiedevano quale fosse la situazione. Ma non - ha detto rispondendo ad una domanda - con il fleet crisis coordinator Roberto Ferrarini''.

"Sì è vero - ammette Giampedroni - ho detto di non indossare i giubbotti di salvataggio per non creare panico tra i passeggeri". Giampedroni, invece, non conferma le dichiarazioni rese dal terzo ufficiale della Concordia Silvia Coronika che nella testimonianza ai magistrati che indagano sul naufragio ha detto che proprio l'hotel director Manrico Giampedroni distraeva il comandante Francesco Schettino. "Sono 37 anni che vado per mare - ha spiegato Giampedroni - volete che non sapessi che isola era?".

"Appena sceso al ponte zero, subito dopo il blackout, mi sono reso conto che la situazione era abbastanza seria. A quel punto ho sentito subito i miei dirigenti di Costa e li ho informati della gravità della situazione. Ho parlato con il mio capo del personale - racconta Giampedroni -  Vera Pacini e con Manfred Ursprunger informandoli sullo sbandamento della nave ma non ho mai parlato con il capo dell'Unità di crisi della Costa, Roberto
Ferrarini". Giampedroni infine ha sottolineato di aver raccontato ai suoi diretti responsabili anche come procedeva l'evaquazione dalla nave. "Ci sono state numerose telefonate dopo l'impatto - ha
spiegato il commissario - l'ultima telefonata l'ho fatta oltre la mezzanotte, poco prima di cadere".