Isola del Giglio, 27 gennaio 2012 - "Vado in ritiro spirituale". Avrebbe detto così Massimo Donghi ai suoi parrocchiani di Besana Brianza (Milano). Ma il sacerdote, la sua pausa meditativa, se l'era presa a bordo della Costa Concordia, naufragata al largo del Giglio il 13 gennaio scorso.   


Don massimo, che un anno fa si era detto indignato per la doppia vita, tra pubblico e privato, di Silvio Berlusconi, scrivendo addirittura una lettera a Famiglia Cristiana, appena due settimane fa aveva suscitato ammirazione per le annunciate vacanze dedite a esercizi spirituali, mentre in realtà si era imbarcato sulla Concordia per un giro nel Mediterraneo.

Il fantomatico viaggio spirituale sarebbe rimasto tale nell'immaginario dei fedeli se don Massimo non fosse stato tradito dall'ingenuità della nipote Elisabetta che ha reso pubblico lo scampato pericolo dello zio su facebook: "Zio massimo e nonna Imelda si sono salvati sulla prima scialuppa calata in mare". 

La notizia ha fatto subito il giro della Brianza, ma dopo un primo sollievo iniziale per la salvezza del prelato è arrivata l'indignazione per la 'bugia' e per il coraggio non dimostrato da don Massimo, salendo tra i primi sulla scialuppa.

Al telefono dell'abitazione del prete, che sul suo profilo Facebook ha collezionato la bellezza di 688 amici, risponde una cortese segreteria telefonica che comincia con ''pace e bene a te''. La voce è quella del parroco, che al momento sembra preferire il silenzio. Così come preferiscono non commentare la vicenda i religiosi delle altre parrocchie raggiunti telefonicamente.