Isola del Giglio, 24 gennaio 2012 - E' il 14 gennaio, Francesco Schettino si trova nella caserma dei carabinieri di Orbetello per spiegare e capire quali saranno le sue responsabilità dopo la maledetta notte di venerdì 13, notte in cui la nave Concordia è affondata davanti all'Isola del Giglio. Schettino parlando al telefono con un amico (ignaro di trovarsi in una stanza piena di cimici), ammette di essere passato sotto costa per compiacere un misterioso 'manager'. "Al posto mio - dice Schettino-  qualcun altro non sarebbe stato così benevolo a passare lì sotto, perché mi hanno rotto il cazzo, passa, passa di là, passa di là". "Mi hanno rotto il c..., andiamo a salutare il Giglio, andiamo a salutare il Giglio, stava uno scoglio lì sporgente e non l'abbiamo visto e ci siamo andati su". Così il comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino, dice nel corso della telefonata con una persona già al corrente della situazione alla quale chiede se secondo lui la Costa ha tutti gli interessi a dire ...(non completa la frase). ''Quando ho capito che la nave si stava inclinando ho preso e sono sceso'', ammette Schettino.

"Quello che a me mi fa onore è che abbiamo salvato tutti quanti - prosegue Schettino - tranne questi qua (riferito alle vittime), che se non l'avessi fatto... Sono stato in giro a prendere la gente a mare
e sono sereno così come un... (Parola incomprensibile, ndr.) Mi sono fidato della carta nautica e di Palombi che mi ha chiamato". Schettino continua a raccontare la manovra che ha effettuato citando delle coordinate e assicura al suo interlocutore che quello che gli ha raccontato è tutta la verità. Nel corso della conversazione
telefonica, inoltre, Schettino riferisce all'interlocutore che Costa gli ha messo a disposizione l'avvocato e si informa se è il caso di "mettere due avvocati per la vicenda".

 

 

 

L'INCHIESTA

Spezzare l'assedio intorno a Francesco Schettino e allargare il fronte delle indagini. In direzione Costa Crociere. Questo il passo deciso fatto dal difensore del comandante della Costa Concordia, l'avvocato Bruno Leporatti di Grosseto, rendendo note le sue deduzioni a corredo della memoria alla richiesta di incidente probatorio dei pm.

Sulle indagini è intervenuto anche il procuratore generale della Toscana, Beniamino Deidda. «Il datore di lavoro (Costa, ndr) è garante delle norme di sicurezza e ne è responsabile — ha affermato —. Per ora l’attenzione generale si è concentrata sulle colpe del comandante, che si è rivelato tragicamente inadeguato. Ma chi lo sceglie? Occorre spingere lo sguardo sulle scelte fatte a monte dal datore di lavoro e cioè dall’armatore». E qui gli interrogatori dell’ad Pierluigi Foschi e di Roberto Ferrarini saranno passaggi cruciali dell’inchiesta. Deidda si è soffermato anche sull’organizzazione della sicurezza. «Le scialuppe che non scendono — ha sottolineato —, personale che non sa che cosa fare e la scarsa preparazione a gestire l’emergenza. La sicurezza va organizzata prima. E le indagini non possono trascurare alcun fronte».

Il procuratore di Grosseto, Francesco Verusio, ''in relazione al procedimento penale relativo al naufragio della Costa Concordia ha sollecitato un incontro con il Procuratore generale presso la Corte d'Appello di Firenze, Beniamino Deidda, gia' opportunamente informato delle attivita' di indagine in corso. Il Pg ha aderito all'invito e si e' dichiarato disponibile a incontrare domani mattina, presso la procura della Repubblica di Grosseto, il procuratore e i sostituti che si occupano dell'indagine''. E' quanto rende noto un comunicato diffuso dallo stesso Verusio.

E L’«INVITO» a seguire altre vie è arrivato anche dal legale che difende Schettino, l’avvocato Bruno Leporatti. «Le dichiarazioni del comandante Schettino — ha sostenuto il legale — hanno aperto altri fronti di indagine che potrebbero provocare allargamenti dell’inchiesta». Ritenendo così prematuro eseguire un incidente probatorio in questa fase. Leporatti ha chiesto accertamenti sul funzionamento della pompa e sull’inclinazione della nave. Prosegue il mistero della donna bionda cui Schettino, all’hotel Bahamas, avrebbe consegnato il pc. La Compagnia ha smentito: «Non abbiamo ricevuto nulla».

LE INTERCETTAZIONI AMBIENTALI

E' il 14 gennaio, Francesco Schettino si trova nella caserma dei carabinieri di Orbetello per spiegare e capire quali saranno le sue responsabilità dopo la maledetta notte di venerdì 13, notte in cui la nave Concordia è affondata davanti all'Isola del Giglio. Schettino parlando con un amico (entrambi ignari di trovarsi in una stanza  piena di cimici volute dai magistrati per ascoltare gli sfoghi del capitano), ammette di essere passato sotto costa per compiacere un misterioso 'manager'. Lo riportano fonti giornalistiche. "Al posto mio - dice Schettino alla persona che era con lui in quella stanza - qualcun altro non sarebbe stato così benevolo a passare lì sotto, perché mi hanno rotto il cazzo, passa, passa di là, passa di là, per dar retta al manager"."Mi hanno rotto il c..., andiamo a salutare il Giglio, andiamo a salutare il Giglio, stava
uno scoglio lì sporgente e non l'abbiamo visto e ci siamo andati su".
Così il comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino, dice nel corso di una telefonata effettuata il pomeriggio del 14 gennaio con una persona già al corrente della situazione alla
quale chiede se secondo lui la Costa ha tutti gli interessi a dire ...(non completa la frase). È quanto emerge dalla trascrizione delle intercettazioni ambientali dei carabinieri di Orbetello eseguite il
giorno dopo l'incidente all'Isola del Giglio.

"Quello che a me mi fa onore è che abbiamo salvato tutti quanti - prosegue Schettino - tranne questi qua (riferito alle vittime), che se non l'avessi fatto... Sono stato in giro a prendere la gente a mare
e sono sereno così come un... (Parola incomprensibile, ndr.) Mi sono fidato della carta nautica e di Palombi che mi ha chiamato".

Schettino continua a raccontare la manovra che ha effettuato citando delle coordinate e assicura al suo interlocutore che quello che gli ha raccontato è tutta la verità. Nel corso della conversazione
telefonica, inoltre, Schettino riferisce all'interlocutore che Costa gli ha messo a disposizione l'avvocato e si informa se è il caso di "mettere due avvocati per la vicenda".