Isola del Giglio (Grosseto), 14 gennaio 2012 -  E' di 3 morti, 14 feriti (due gravi) e un numero ancora imprecisato di dispersi il bilancio del tragico incidente accaduto nella serata di ieri al largo dell'isola del Giglio (Grosseto), dove la nave da crociera Costa Concordia si è incagliata su una secca davanti all'isola del Giglio. Il comandante della nave è in stato di fermo, recuperata la scatola nera.

 

 

Erano oltre quattromila le persone a bordo. Morte per annegamento: questa, secondo fonti sanitarie, e' la causa del decesso dei tre uomini i cui cadaveri si trovano ora nell'obitorio dell'ospedale di Orbetello. Si tratta di due turisti francesi, Francis Servel, Jean-Pierre Micheaud, e un peruviano, Thomas Alberto Costiglia Mendoza, che faceva parte dell'equipaggio. "Si è risalito - fanno sapere dalla Prefettura a TMNews - in via presunta, all'identificazione delle generalità delle vittime, attraverso i tesserini di imbarco che custodivano indosso". Sulle salme sono in corso accertamenti medico legali.

Sul numero dei dispersi è un balletto di cifre. Ma le parole del sindaco di Orbetello sono un macigno: "Sicuramente ci sono molti morti, a me hanno detto più o meno una quarantina, più o meno, però è una cosa ancora da definire. Il dato certo è che sono decine". Con la voce sensibilmente commossa il sindaco di Orbetello, Monica Paffetti, riferisce a TMNews il tragico bilancio del naufragio della Costa Concordia vicino all'Isola del Giglio.

"Mi hanno messo in preallarme - ha raccontato - mi hanno detto che ci dovrebbe essere un numero elevato di morti, perchè i vigili del fuoco hanno fatto questo primo sopralluogo e mi hanno chiesto la possibilità di usare il Palazzetto dello Sport, ma ancora non abbiamo conferma, quindi non è detto che che sia questo il punto di raccolta dei cadaveri".

Molti passeggeri si sono gettati in mare dopo l'incidente per salvarsi. Un bilancio che, per i soccorritori, potrebbe non essere ancora definitivo, mentre, intorno alle due di notte, due o trecento persone attendevano ancora, sulla nave inclinata, di essere tratte in salvo con gli elicotteri. Il natante è inclinato su un fianco di 80 gradi, sulla fiancata sinistra c'è uno squarcio di 70 metri.

La paura arriva all'ora di cena, quando le 4.200 persone a bordo della Costa Concordia (oltre 3.000 dei quali passeggeri e circa mille di equipaggio) sono a tavola ai ristoranti della nave da crociera nei pressi dell'Isola del Giglio: uno scossone, poi la luce che va via. Il tempo di capire quello che sta succedendo e l'invito ad indossare i salvagente e avvicinarsi alle scialuppe, ''per precauzione''. Qualcuno, a bordo, ha pensato al Titanic, di cui tra tre mesi, il 15 aprile, ricorre il centesimo anniversario dell'affondamento.

Sembrava, all'inizio, che questa avventura si fosse conclusa senza gravi conseguenze, solo tanta paura. Ma poi, durante l'evacuazione, qualcosa non ha funzionato: molti passeggeri sono caduti in acqua, qualcuno forse vi si e' gettato per la paura mentre lo scafo si inclinava sempre piu', e ha dovuto vedersela con il freddo del mare e della notte. Tutte da accertare le cause della morte delle vittime: ipotermia, forse, ma non si esclude un malore, ne' si sa se fossero tra quelli finiti in acqua.

La nave era attesa a Savona per la prima tappa della crociera ''Profumo degli agrumi'' nel Mediterraneo, ed era partita circa due ore prima da Civitavecchia. L'Isola del Giglio, dove i passeggeri sono stati evacuati in attesa di essere trasferiti in altri luoghi con maggiore ricettivita', era a due passi quando il ''tempio galleggiante del divertimento'', per motivi ancora da accertare, si e' incagliata alle secche di Punta Gabbianara, la punta piu' a sud dell'isola con alte scogliere, meta preferita dei sub.

La Concordia ha cominciato ad imbarcare acqua e ad inclinarsi sul fianco destro a causa di una falla che si sarebbe aperta nella zona di poppa. E proprio dall'Isola del Giglio sono partiti i primi soccorsi. Il sindaco, Sergio Ortelli, ha messo a disposizione scuole, asili, alberghi, ''qualsiasi cosa abbia un tetto'' e il parroco ha aperto la chiesa per ospitare i passeggeri della nave. Più tardi è cominciato, per alcuni di loro, il trasferimento in traghetto a Porto S.Stefano.

"Stavamo cenando quando è andata via la luce, abbiamo sentito un colpo e un boato, e le stoviglie sono cadute per terra": cosi' ha raccontato all'Ansa Luciano Castro, da bordo della Costa Concordia. All'inizio e' stato detto che si trattava di un guasto elettrico, ma tutti si sono accorti che i bicchieri sul tavolo non stavano piu' in piedi. "Scene da Titanic", commenta con l'Ansa Mara Parmegiani, giornalista, come Castro, e anche lei per caso tra i crocieristi della Concordia. Prima l'invito ad avvinarsi alle scialuppe ''per precauzione'', poi ogni incertezza e' stata spazzata via da sette fischi brevi ed uno lungo: il segnale di abbandono nave. Verso la Costa Concordia che stava calando le scialuppe si sono avvicinati anche altri natanti che incrociavano nella zona, anche uno dei traghetti che fa servizio tra l'Isola del Giglio e Porto Santo Stefano, mezzi dei vigili del fuoco da Livorno e da Civitavecchia, delle capitanerie di porto e della guardia di finanza.

Verso l'una la situazione si complica: l'armatore fa sapere che ''la posizione della nave, diventando più difficoltosa, sta complicando le ultime operazioni di sbarco". E' sul fianco, ormai, e a bordo ci sono ancora centinaia di persone. Prima dell'arrivo degli elicotteri, in diversi cadono nelle acque gelide del Tirreno a gennaio. All'Ansa giunge la telefonata di due genitori in ansia per il figlio in viaggio con moglie e due bambine di 3 e 4 anni. ''Sono ancora li', fate qualcosa''. Poi, per loro, un sospiro di sollievo: Gianluca Gabrielli e la sua famiglia ce l'hanno fatta; sono sulla banchina del Giglio e hanno una coperta. Solo un lenzuolo, invece, ricopre il cadavere della prima vittima, un uomo di 65-70 anni. Il Prefetto ha richiesto la lista dei passeggeri, per poi provvedere all'appello.

Intanto la conta dei presunti dispersi varia tra i 50 e i 70 ma è difficile fare un bilancio vero. Quattro cittadini americani che erano stati dati inizialmente per dispersi erano in realtà ancora all'isola del Giglio e partiranno con il traghetto per Porto Santo Stefano tra poco. Si tratta di Elizabeth e Justin Baines e di Sarah e Mark Plath.  I quattro stanno tutti bene e sono riusciti anche a mettersi in contatto con le proprie famiglie.

Si sono concluse nel frattempo, intorno alle 16, le operazioni di partenza dei naufraghi dal centro di prima accoglienza organizzato nei locali delle scuole di Porto Santo Stefano: sono state oltre 4 mila le persone che sono transitate dal centro, dove hanno trovato cure mediche e si sono potute rifocillare. Lo rende noto la Protezione civile della Provincia di Grosseto.

'Con i mezzi messi a disposizione da Tiemme Spa (l'azienda locale di trasporti) e da Costa Crociere i naufraghi hanno raggiunto i luoghi di destinazione: 854 di loro sono gia' ospitati in molte strutture ricettive intorno a Grosseto. Oltre alla Provincia, ai Comuni e alle forze di sicurezza, un grande sostegno e' venuto dalle popolazioni del Giglio e dell'Argentario, che si sono adoperate fin dal primo momento per prestare ogni tipo di aiuto''.