Scarlino (Grosseto), 15 dicembre 2011 - Sospeso per due mesi da ogni ufficio pubblico il comandante della polizia municipale di Scarlino. La decisione è stata presa dal giudice delle indagini preliminari, Marco Mezzaluna, su richiesta del sostituto procuratore Stefano Pizza. Un’indagine che si sta allargando a macchia d’olio, nata nei mesi scorsi da una serie di accertamenti relativi agli appalti dei vari Comuni per l’affidamento ai privati della gestione degli autovelox. La squadra di polizia giudiziaria della polizia stradale ha eseguito le prime verifiche, dalle quali sono emerse quelle che la procura ha ritenuto «gravi irregolarità», per il Comune di Scarlino, che chiamano in causa il comandante della municipale, Folco Amerini.

Non si tratta di autovelox, in questo caso, ma di omissioni gravi. «Il pubblico ufficiale — spiega Nicola Manzari, il dirigente della sezione stradale — avrebbe omesso di denunciare all’autorità giudiziaria fatti che riguardano i reati di abuso edilizio, ambientale, gestione illecita di rifiuti». In alcuni casi sono stati riscontrati gli estremi anche per un’altra accusa: la violazione del segreto d’ufficio. Dopo la sospensione del comandante della municipale di Campagnatico, a luglio, maturata nell’ambito della stessa inchiesta sulla gestione degli autovelox, un altro dirigente finisce nei guai. È già stato sentito dal giudice. A quanto pare avrebbe cercato di ridimensionare la sua posizione. Ma il quadro probatorio è di quelli pesanti. Adesso la parola passa alla procura che dovrà decidere come procedere.


I motivi della sospensione dalle funzioni sono molti, non ultima la volontà di mettere al sicuro eventuali prove che potrebbero ancora trovarsi negli uffici comunali. Il che spiega anche l’immediatezza con la quale sono stati presi provvedimenti importanti, come questo. Un’inchiesta che prosegue a tempi immediati e che soprattutto sembra estendersi a tutte le realtà amministrative della provincia. Ieri sono stati sentiti dal giudice altri quattro funzionari comunali di Scarlino. E il quadro continua ad ampliarsi, a comporsi di nuove testimonianze. Secondo quanto emerge dalle ipotesi della procura, il comandante della municipale avrebbe agito nell’interesse di qualcuno. Avrebbe omesso di fare quelle dovute comunicazioni all’autorità giudiziaria per coprire l’autore di quei presunti reati.


Che sono reati contro l’ambiente. Che sono abusi edilizi. E che sono reati in materia di rifiuti, uno di quegli argomenti che a Scarlino sono particolarmente caldi. Sembra scontato, quindi, che gli accertamenti proseguano anche in altre direzioni. Anche fuori degli uffici pubblici. E il clima è quello denso di nubi che annuncia una nuova bufera per la Maremma.