grosseto, 14 dicembre 2011 - La torta fa gola. Eccome. E’ quella del demanio marittimo, mai come in questo periodo sulla bocca di tutti. Sì, perché quella granitica convinzione fatta di gestione familiare dello stabilimento, che si tramandava di padre in figlio, si sta sgretolando sotto i colpi della «Direttiva Bolkestein», una legge «partorita» a Bruxelles che, in pratica, prende a calci l’imprenditoria locale, il cui futuro viene messo in discussione anche dalla procedura di infrazione avviata dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia. Ieri mattina, nelle sale del museo di Storia Naturale, l’Amministrazione guidata da Emilio Bonifazi ha promosso un incontro pubblico per discutere sulle «pieghe» della normativa in materia di gestione del demanio. Insieme al primo cittadino, che ha «affrontato» una platea di imprenditori marittimi più preoccupati che arrabbiati, anche l’assessore al demanio Giancarlo Tei e quello al turismo, Giovanna Stellini. «Presenteremo una mozione al prossimo consiglio comunale (il 20 dicembre ndr) — ha detto Bonifazi — che ripercorra tutte le tappe delle azioni che dovremo intraprendere per cercare di rendere più forte la nostra voce». Una specie di «rinforzino» al documento programmatico che hanno stilato i Comuni costieri della Toscana nella riunione di Livorno.

 

«Sappiamo benissimo quale potrebbe essere l’impatto della Bolkestein sul nostro territorio — ha proseguito Tei — e su tutta la filiera turistico-balneare. Ecco perché ci schieriamo a fianco dei nostri amici imprenditori che tanto hanno fatto per le nostre coste». Un atto che servirà per rivendicare il diritto di salvaguardia, ma che però dovrà anche essere affrontato con onestà. Barricate sì, ma con intelligenza. Dura lex, sed lex, dicevano i romani. Tei lo sottoscrive in pieno: «Basta con la demagogia, la direttiva esiste e deve essere il Governo centrale che deve rispondere in prima persona. Ecco perchè mi piacerebbe che nel programma della manifestazione nazionale, ci fosse una tappa anche a Grosseto, perché questo è un territorio che, se la Bolkestein dovesse andare in porto, avrebbe delle grandissime difficoltà. Ecco perché le proposte operative adesso sono necessarie per le 30mila aziende in Toscana e le 150mila persone che lavorano sulle nostre spiagge».

 


Walter Maretti (nel tondo), il battagliero presidente dell’associazione Balneari di Grosseto, non fa sconti. Fu uno dei primi a gridare ai quattro venti che la Direttiva sarebbe stata la pietra tombale su un turismo che già stava boccheggiando: «Ci sono poche certezze. E’ sicuramente il Governo che deve intervenire. Sicuramente le multinazionali hanno interessi enormi per le nostre spiagge. Vorrebbero trasformare le nostre coste in supermercati del sole. Imprenditori che a fine mese, raccoglierebbero i soldi nella cassetta e li porterebbero a casa loro, magari all’estero». Maretti prosegue amaramente: «A livello territoriale è la morte di molte piccole aziende. La gente è esasperata, plaudo all’iniziativa del Comune, ma avverto tutti che questa è una cosa che va presa sul serio perché di mezzo c’è un’intera comunità provinciale».

 


Apprezzamenti all’iniziativa dell’Amministrazione arrivano anche dalle associazioni di categoria. «Sosteniamo il Comune e tutti gli imprenditori — ha detto Paolo Regina di Ascom —. Si parla di migliaia di addetti che lavorano in questo comparto. Quello che non vorrei è la trasformazione del nostro territorio in quelli che vengono definiti non luoghi, dove le catene di franchising si intersecano nella tipicità sociale. Noto anche sudditanza all’Europa che non vedo in altre categorie, tipo il latte per esempio. Siamo quindi al fianco — chiude Regina — in tutte le iniziative che verranno fatte». E non saranno poche.