Grosseto, 22 ottobre 2011 - «Le lettere di licenziamento? Sono illegittime». E’ il giudizio espresso dei vertici dell’Associazione Stampa Toscana ai dipendenti di Teletirreno in merito alla vicenda che sta vivendo l’emittente televisiva grossetana. Dipendenti che, a settembre, si erano visti recapitare a domicilio lettere raccomandate in cui l’azienda annunciava il licenziamento (e dunque la «fine delle trasmissioni») per il prossimo 21 novembre. Proprio il caso Teletirreno è stato al centro di un incontro organizzato ieri in Sala Pegaso, a Palazzo Aldobrandeschi, con gli operatori locali dell’informazione: per l’Assostampa c’erano il presidente Paolo Ciampi e il vice Nazzareno Bisogni, più i vertici dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, i sindacalisti locali e la consigliera regionale Lucia Matergi (Pd). E la posizione dell’Associazione Stampa Toscana è chiara e netta: ha ripetuto più volte che «le lettere di licenziamento inviate ai dipendenti di Teletirreno sono nulle perché l’azienda non ha rispettato le procedure previste dalla legge per questo tipo di fine rapporto». Procedure che prevedono, nel caso di aziende con più di 16 dipendenti (come Teletirreno, appunto) una procedura diversa da quella seguita dall’azienda del Gruppo Barbagli: non licenziamenti individuali, ma collettivi, da portare avanti in modo concertato con le parti sociali e le istituzioni.
 

E adesso tocca ai dipendenti dell’emittente televisiva grossetana impiegare nel modo migliore quanto emerso ieri dall’incontro con l’Assostampa. L’agenda della crisi, in ogni caso, resta fitta: intanto continua il percorso con i sindacati, visto che la prossima settimana è previsto un altro incontro con la Cgil, dopo il tavolo regionale già convocato per chiarire la situazione. L’obiettivo è quello di far ritirare i licenziamenti e attivare gli ammortizzatori sociali previsti in casi simili, cioè la cassa integrazione in deroga, che rientra fra le competenze della regione. Questo perchè il contratto Aeranti-Corallo, che regola il rapoorto di lavoro nel settore radiotelevisivo dell’emittenza privata, non prevede lo strumento della cassa integrazione ordinaria.