Grosseto, 30 settembre 2011 - Diciotto nuovi alloggi popolari per rispondere all’emergenza abitativa. I lavori alla 167 Est partiranno a inizio del nuovo anno e saranno conclusi nel 2013, dando un respiro di sollievo alle 330 persone che a Follonica sperano di ottenere una casa popolare. Saranno tutte abitazioni grandi 42, 60 o 68 metri quadrati, che si aggiungeranno alle palazzine già esistenti nel tratto finale di via della Pace. La novità è stata annunciata ieri dal vicesindaco e assessore alle Politiche abitative Andrea Benini, che ha fatto il bilancio dei suoi primi mesi nella giunta Baldi, dov’è entrato a marzo al posto di Stefano Viviani. E la delega più impegnativa è senza dubbio proprio quella alle Politiche abitative.

 

«E’ molto difficile — dice Benini — farsi carico dei problemi della gente, soprattutto in un periodo di crisi economica: il Comune ha sempre meno risorse a disposizione, mentre aumentano i cittadini che chiedono aiuto. Per questo, assieme agli uffici, abbiamo intrapreso la linea dell’ascolto dei bisogni della popolazione. Questo ha portato alcuni risultati concreti: per esempio il dormitorio riservato alle persone sole residenti a Follonica che per vari motivi non hanno un tetto. Il servizio è attivo da qualche settimana alla Colonia marina di Senzuno ed è già utilizzato da 4 persone che rientravano nella graduatoria dell’emergenza abitativa stilata dal Comune». E’ l’elenco in cui finiscono le famiglie o i singoli sotto sfratto e rimasti senza una casa.

 


Oltre al dormitorio le risposte all’emergenza abitativa arrivano anche dai 25 alloggi a disposizione del Comune, 7 reperiti in via Apuania e 18 sul mercato immobiliare. Uno di questi appartamenti, di cui l’Amministrazione è appena entrata in possesso, permetterà la convivenza di due famiglie in uno stesso alloggio.

 


«Le case di emergenza abitativa — conclude Benini — devono essere solo una soluzione provvisoria per poi, quando ci sono i requisiti, passare alle case popolari. Purtroppo non sempre è così. Per esempio in via Apuania c’è una famiglia che ha superato le scadenze (due anni più due) e continua ad occupare un’abitazione che non gli spetterebbe. Ecco perché stiamo cercando di rafforzare i controlli per verificare la regolarità di chi vive nelle case di emergenza abitativa e in quelle popolari». E non è il solo caso: presto gli agenti della Polizia municipale si metteranno al lavoro per sgomberare (come stabilito in un’ordinanza degli uffici comunali) un alloggio di proprietà della Regione, occupato abusivamente da una famiglia disperata ma senza titolo e così sottratto a chi invece avrebbe avuto diritto a quel tetto.