Grosseto, 22 settembre 2011 - Due attività che rischiano di chiudere i battenti se il progetto autostradale presentato dalla Sat andasse in porto. Tosca Pazzagli — titolare con suo marito Luciano Scotto e i suoi figli Lorenzo e Luca dell’azienda agraria «Santa Lucia», che comprende l’agriturismo e l’azienda vitivinicola — ci racconta quali potrebbero essere le conseguenze per le due attività. Attività che si estendono lungo la statale Aurelia, nel Parco Naturale della Maremma, su una superficie di oltre venti ettari di terreno.
Qual è la vostra posizione nei confronti del pogetto della Sat?
«Non condividiamo assolutamente il tracciato presentato. Si tratta di un’opera assurda e priva di ogni criterio logico: un’opera che se venisse davvero realizzata metterebbe in ginocchio l’economia di un territorio che vive essenzialmente di turismo e agricoltura».
Cosa succederebbe per le due attività di famiglia?
«Sicuramente le conseguenze della realizzazione di un’autostrada proprio a ridosso delle nostre strutture sarebbero molto gravi. I danni sarebbero ingenti, se si considera che abbiamo inaugurato la nostra nuova cantina solo lo scorso 22 luglio, sostenendo un investimento di circa due milioni di euro. Da molte generazioni produciamo vini di qualità: in tutto sono nove etichette, dal Vermentino all’Ansonica fino al Morellino e al Sangiovese. Complessivamente, in un anno, produciamo circa 150mila bottiglie di vino più la produzione sfusa. L’infrastruttura taglierebbe in due i nostri vigneti perciò la nostra produzione, basata su tradizione e sacrifici, sarebbe a rischio. E gli stessi pericoli ci sarebbero per l’agriturismo: l’attività è attiva dal ’92 e in tutto ci sono sei stanze a disposizione. Ovviamente con l’autostrada a due passi nessun cliente sceglierebbe più la nostra struttura. Senza dimenticare che si potrebbe arrivare alle nostre aziende solo attraverso i caselli e quindi dietro il pagamento del pedaggio e ciò crerebbe altri problemi».
Quali sono le prospettive a fronte di tutto ciò?
«Si registrerebbero perdite consistenti e con il calo del fatturato, molto probabilmente, saremmo costretti a chiudere le due aziende, con la conseguente perdita di lavoro della mia famiglia e dei nostri dipendenti. Ma le stesse tragiche riflessioni si possono estendere anche per le altre attività che ci sono sul territorio. Insomma, i riflessi negativi ci sarebbero per tutti e ciò arresterebbe la crescita dell’intera area».
Ci saranno espropri per le vostre aziende? Avete presentato le osservazioni?
«Sì, per entrambe le strutture verrebbero espropriati vari ettari di terreno. Abbiamo presentato le osservazioni attraverso il nostro legale, in più ci siamo rivolti anche un agronomo per valutare e quantificare i danni che seguirebbero alla realizzazione dell’autostrada tirrenica».
Quale potrebbe essere un progetto alternativo?
«L’ideale sarebbe far passare l’autostrada dall’entroterra, dietro le colline, e non dalla zona del litorale. In caso contrario sarebbe meglio lasciare le cose allo stato attuale. Noi, nei limiti del possibile, continueremo a contrastare il progetto
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