Firenze, 19 agosto 2011- Gli ''attributi'' dell'Albero della Fecondità, l'affresco medievale che a Massa Marittima
(Grosseto) raffigura un albero dai cui rami pendono non frutti ma organi sessuali maschili con alcune donne in attesa di raccoglierli e due che addirittura se li contendono, non sarebbero stati cancellati dal recente restauro. L'operazione, spiega in una nota il soprintendente per i beni storici e artistici per le province di Siena e Grosseto Mario Scalini, ''è stata condotta con ogni possibile accortezza e non può in alcun modo, per la tecnica impiegata, aver radicalmente modificato parti originali dell'opera. Nel caso si è sacrificato un 'rinforzo' non originale del precedente restauro integrativo.


La querelle era stata sollevata dall'esposto di un consigliere comunale di Massa Marittima che aveva lamentato la ''scomparsa'' di alcuni testicoli che corredavano i frutti di forma penica. Ma non sarebbero stati i restauratori a 'castrare' i singolari frutti dell'albero: i testicoli non più visibili potrebbero essere stati quelli ritoccati durante precedenti restauri.

 

Le infiltrazioni d'acqua (l'affresco è stato realizzato sopra le vasche della Fonte dell'Abbondanza) hanno costretto al fissaggio delle parti pittoriche e all'asportazione dei sali e calcari che tendono a riformarsi. Tra le parti più attaccate da questi depositi potrebbero esserci dunque quelle che raffiguravano i testicoli dei 'frutti''. Per il soprintendente: ''Nell'albero comunque compaiono un gran numero di 'baccelli' che risultano dettagliati in forma anatomica di sesso maschile sufficienti a lasciar intendere l'aspetto originale della lacunosa 'sacca'''.