Grosseto, 23 febbraio 2011 - E' tregua tra la proprietà e le maestranze Mabro. Momentanea, perché le nuove «azioni di lotta» annunciate dalle rappresentanze sindacali restano comunque all’orizzonte, ma pur sempre di tregua si tratta. L’incontro di ieri tra le Rsu e Marco Milanesio (il commissario liquidatore della vecchia società, oggi referente dei nuovi proprietari) è servito proprio a sancire un chiarimento in merito alle questioni aperte che riguardano il futuro immediato dello stabilimento tessile grossetano. Questioni di non poco conto: l’organico impiegato nella catena produttiva, i rapporti con i fornitori, la presentazione dei nuovi dirigenti. E i vertici dell’azienda hanno fornito alcune rassicurazioni alle rappresentanti sindacali, presentando il programma di lavoro per i prossimi giorni: i piani (comunque sempre a breve termine) prevedono già da oggi l’ingresso «in catena» di un’altra ventina di dipendenti nelle varie sezioni, portando così l’organico in attività — compresi gli addetti al lavoro negli uffici — a quasi un centinaio di persone. Perché adesso la parola d’ordine in azienda è produrre il più possibile, anche rinunciando ai margini di guadagno, pur di far ripartire la macchina e accontentare i clienti dopo i guai della vecchia gestione. Inoltre, entro la fine della settimana dovrebbero arrivare le nuove forniture di materie prime: proprio l’approvvigionamento resta complicato, considerando le comprensibili diffidenze dei fornitori, ma solo così sarà possibile realizzare i nuovi capi e sfruttare appieno il portafoglio ordini annunciato dalla famiglia Barontini. Quanto al management, Milanesio ha confermato l’intenzione della proprietà di presentare presto alle maestranze la nuova squadra al gran completo: questione di giorni, forse già in settimana, se non al più tardi nei primi giorni di marzo. Dipenderà dalla disponibilità del professionista scelto per ricoprire l’incarico-chiave di direttore di produzione. Fin qui le garanzie. Basterà alle dipendenti per concedere fiducia alla proprietà?
«Non siamo disposte a stare in silenzio — dice Manola Mengozzi, Rsu Cgil — perché l’abbiamo fatto negli ultimi due anni e sappiamo tutti com’è andata a finire. Per questo continuiamo a dirci pronte a tutto: manifestazioni, striscioni, presidi. Nulla è ancora deciso, ma ci stiamo pensando. Diciamo che in questo momento aspettiamo qualche giorno, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa». Resta aperto il nodo stipendi: finora le maestranze hanno ricevuto il saldo della busta paga di dicembre, mentre mancano all’appello il mese di gennaio e i primi quattro giorni di febbraio, emolumenti che i dipendenti riceveranno grazie al concordato preventivo. Da quel giorno in poi è cassa integrazione straordinaria e in questo caso il primo acconto è previsto per il 10 marzo, anche se non è ancora raggiunto l’accordo con l’istituto bancario per l’utilizzo dei conti correnti da impiegare per il versamento degli anticipi assicurati dai fondi regionali. Intanto oggi è convocata un’assemblea dei lavoratori nella sala mensa dello stabilimento di via Senese.