GROSSETO, 28 dicembre 2010 - Ieri, l’ufficio Ambiente e la Polizia Municipale del Comune di Scarlino, insieme ai tecnici Arpat, al Corpo Forestale dello Stato, al personale militare del Locamare di Follonica e alla Polizia Provinciale, sono intervenuti sul litorale in zona “Polveriera”, dove veniva segnalato sulla battigia il ritrovamento di una consistente quantità di vongole morte e pesci.
Arpat e Polizia Provinciale hanno effettuato prelievi di campioni di acqua e hanno raccolto vongole, crostacei e muggini, alcuni morti altri agonizzanti, per farli analizzare all’Istituto Zooprofilattico di Pisa e accertarne le cause della moria.
“Questo fenomeno, sicuramente insolito - dice il Sindaco Bizzarri - non può essere considerato superficialmente, e saranno prese le misure funzionali a risalire alle responsabilità. Le eventuali cause però, potrebbero essere di origine antropica o naturale: infatti in questo periodo dell’anno e visto l’importante volume delle piogge, l’apporto di acqua dolce dagli affluenti verso il mare potrebbe essere causa della morte di vongole ed arselle. Questo non esclude eventuali responsabilità umane, che se accertate, porterebbero a sanzioni da parte del Sindaco quale autorità sanitaria.
Ad oggi il verbale dell’ufficio Circondariale di Piombino segnala spiaggiamento di molluschi, cefali e granchi lungo l’arenile tra il Comune di Follonica e Puntone di Scarlino, e la moria è accertata per circa un chilometro e mezzo.
Ieri, nel pomeriggio mi è giunta una mail di Antonino Vella, che riferisce di pesci morti all’uscita del canale di ritorno a mare “delle acque calde”, provenienti dalla zona industriale del Casone, alla foce del quale alcuni pescatori avrebbero catturato con il retino pesci ancora agonizzanti.
 

Sempre secondo Vella, il gran numero di muggini morti, farebbe presupporre che la fuoriuscita della sostanza inquinante fosse estesa a tutto il canale. Vella continua la sua mail imputando ai vari Sindaci succedutisi nel Comune di Scarlino, di non essere mai riusciti a formulare una denuncia circostanziata contro i responsabili. Vella chiama in causa anche Arpat, rea di aver effettuato le analisi e rilasciato certificazioni che hanno solo potuto determinare denunce contro ignoti.
Vella suggerisce infine di imporre una penale generica, partendo da un minimo di 50.000 euro divisa in parti uguali fra tutte le aziende, pubbliche e private, che scaricano nel canale.
A tale proposito voglio specificare che il canale Solmine (così chiamato comunemente) è monitorato costantemente da Arpat, in accordo con il Tavolo Tecnico e con l’Amministrazione Provinciale, che annualmente redige un rapporto ufficiale firmato dal Direttore Responsabile del Dipartimento dott. Giancarlo Sbrilli. L’ultimo di questi rapporti, del giugno 2010 e relativo all’anno 2009, riguarda le acque di raffreddamento di Tioxide, Nuova Solmine e Scarlino Energia, oltre alle acque provenienti dal depuratore di Follonica: i monitoraggi, durante tutto il periodo dell’anno, sono effettuati da Arpat e dalle singole aziende nel rispetto delle prescrizioni autorizzative e dei protocolli siglati con l’Agenzia.
Grazie a questo accordo tra enti, dal 2007 ad oggi le morie di pesci nel canale sono drasticamente diminuite.
Comunque il monitoraggio, anche del 2009, ha mostrato il rispetto degli standard normativi dei metalli pericolosi, e per due volte il canale è stato interessato dalla presenza di fanghi di depurazione legate alle forti piogge, senza conseguente moria di pesci.  Nelle conclusioni del rapporto, Arpat evidenzia il rispetto dei valori limite, per la temperatura nel canale, e della normativa in materia di scarichi idrici.
 

Con quanto da me affermato,voglio solo sottolineare - continua il Sindaco Bizzarri - l’attenzione costante e il controllo severo che svolgono le autorità preposte, che non è certo quello che invece denuncia chi vuol dimostrare il contrario. A tal fine, anche questa volta e come sempre, saranno effettuate indagini accurate per l’individuazione delle cause che hanno portato allo spiaggiamento di molluschi e pesci, e se saranno individuate cause antropiche, il Sindaco emetterà i provvedimenti; se invece le cause saranno altre e di origine naturale, saranno comunque denunciati alla Procura della Repubblica tutti quei soggetti che hanno procurato allarme, calunniato o altro, senza neanche il rispetto dei tempi e delle risposte delle indagini e delle analisi da parte delle autorità competenti e di chi è predisposto al controllo”.