Grosseto, 4 marzo 2010 - Sembra un romanzo di appendice. Ma invece è la storia vera di una donna che sta cercando di dipanare un groviglio di vicende che hanno condizionato tutta la sua vita. Patrizia Damonte, ligure di nascita, adesso grossetana di Barbanella, sta cercando la sua sorella gemella. Quella che morì alla nascita. Almeno così sembrava. Prima che l’anziana madre gli dicesse che le due sorelle furono separate alla nascita e che la morte non è stata resa ufficiale dai certificati. Da allora più nulla, nessuna notizia. Soltanto dubbi, speranze e qualche "rivelazione".

"Sono nata da parto gemellare e da rapporto extraconiugale — inizia a raccontare Patrizia Damonte — tra mia madre, già sposata e con un figlio quindicenne e mio padre 21enne, che lei conobbe a Bresso perché era lì a svolgere il servizio militare. Mia madre, rimasta incinta, raggiunge il marito in Liguria e si stabilisce a Spotorno ed a 7 mesi partorisce me e la mia gemella. Mia sorella muore alla nascita (così mi viene detto dopo) ed io vengo affidata ad un’amica di mia madre. Vengo a conoscenza della morte della mia gemella a 10 anni, e poco dopo mia madre mi rivuole con sé. Il nostro rapporto, però non decolla mai, ma per fortuna a 18 anni incontro il mio attuale marito. Ci sposiamo con mio padre che non vede l’ora di sbarazzarsi di me, visto che finora mia madre lo tiene legato con un ricatto di cui non sono mai riuscita a capire quale sia. Vado a vivere con mio marito per 2 anni a Roma e poi per altri 9 anni a Napoli, prima di trasferirmi in Maremma. Ho due figli maschi portatori di una malattia genetica, che causa loro un ritardo mentale". Fino a qui la storia (sfortunata) di una donna. Poi arriva il mistero: "Intraprendo un’attività di vendita porta a porta, che mi porta a girare nelle varie località del savonese. Ed è così che incomincio ad avere strani incontri; questo a partire dall’inizio degli anni ’90. Persone, che non avevo mai visto prima e mai conosciute, mi fermano o per strada o nei negozi o negli autobus e mi salutano chiamandomi signora Damonte — prosegue il racconto — Io resto sempre sbalordita e racconto di questi episodi a mia madre". E’ il 1996 quando la madre, piangendo, le rivela che sua sorella gemella probabilmente non era morta".

 

Da quel giorno iniziano per Patrizia Damonte le ricerche della sorella: "Non mancano le irregolarità: manca il certificato di morte, la magistratura ha indagato anche sulla sua sepoltura. Niente». Rimane quella persona che vive e lavora nel savonese, praticamente uguale a Patrizia. Gli pseudo incontri con sua sorella iniziano del 2004: "Mi riferiscono di una signora, il cui cognome è Damonte, praticamente identica a me. Riesco a rintracciare il numero di telefono e la chiamo". Inizia il gelo tra le due: "Mi attacca e dice che non vuole sapere niente di me, prima che un’amica di mio marito non sveli un retroscena. Quello di un’insegnante di matematica, tale e uguale a me, di nome Annamaria, lo stesso della mia sorella presunta morta. Vede le mie foto e la riconosce. A quel punto non ci sono più dubbi. E’ lei mia sorella". Le ricerche, però, non portano a niente. Nel frattempo la sua storia diventa un libro e Patrizia Damonte fa la spola sulle televisioni per raccontare la sua vicenda. "L’unica certezza è questa donna che mi somiglia come una goccia d’acqua, sia chiama Damonte, ha la mia stessa età, ma non vuole incontrarmi".
 

Si susseguono telefonate anonime a Patrizia, così come si susseguono gli incontri con persone che la scambiano per questa fantomatica sorella, sia per strada, che negli esercizi pubblici. Una specie di chiusura totale verso un passatoche riaffiora sempre più prepotente: "L’ultima telefonata strana l’ho ricevuta proprio ieri da una persona che diceva di avermi visto per strada — chiude Patrizia Damonte — A questo punto non so più cosa fare. So con certezza che c’è una persona a me tanto cara, ma che sfugge a qualsiasi mia richiesta. Mi piacerebbe parlarci, incontrarla, tornare a vederla con regolarità. La sto ormai cercando da molto tempo e ho anche fondato una pagina su Facebook. Niente di niente".