Mercoledì 24 Aprile 2024

Schettino al processo Concordia: "Io ingannato dal 'mutismo' degli ufficiali in plancia". La Procura intende chiedere più di 20 anni / VIDEO / AUDIO

Il comandante della nave è l'unico imputato per la morte di trentadue persone in quella notte del gennaio 2012 al Giglio. Un video inedito per la Procura avvalora l'accusa di abbandono della nave / IL VIDEO MESSO AGLI ATTI: SCHETTINO VICINO A UNA SCIALUPPA / L'UDIENZA-FOTO / SPECIALE CONCORDIA / SPECIALE RIMOZIONE: TUTTE LE FOTO / LE FOTO DELL'ARRIVO A GENOVA

Schettino a bordo nave, vicino a una scialuppa

Schettino a bordo nave, vicino a una scialuppa

Grosseto, 2 dicembre 2014 - E' il giorno di Francesco Schettino in udienza nel processo della Costa Concordia. Furono trentadue i morti e l'unico imputato è il comandante della nave che si schiantò sugli scogli del Giglio nel gennaio del 2012. Un'udienza molto attesa: Schettino dirà per la prima volta la sua verità nel dibattimento. Televisioni di tutto il mondo fuori dal Teatro Moderno, che da tempo si è trasformato in un'aula giudiziaria per accogliere tutte le parti civili e gli avvocati degli oltre quattromila naufraghi. "La nostra difesa parte da Civitavecchia", ha detto l'avvocato difensore di Schettino prima dell'udienza.

La Procura di Grosseto, invece, è intenzionata a chiedere oltre 20 anni di carcere per Francesco Schettino come responsabile del naufragio. Lo ha detto a margine dell'udienza il procuratore Francesco Verusio in una pausa dell'interrogatorio di Schettino. Per i vari reati, Schettino potrebbe essere condannato a circa 22 anni.

In una delle nuove prove a disposizione del processo depositate nei giorni scorsi dalla procura di Grosseto c'è un video dei vigili del fuoco in cui si vede Francesco Schettino, in giacca e cravatta, presso un punto di imbarco su una scialuppa della Costa Concordia. Schettino è visibile sul ponte esterno della nave insieme ad alcune persone, marinai e passeggeri. Secondo la procura di Grosseto, il video va ad avvalorare l'accusa di abbandono della nave da parte di Schettino, che andò a terra prima che fossero scesi tutti i passeggeri. Nelle immagini, girate dall'isola, si nota, grazie allo zoom, Schettino accanto alla balaustra di un ponte esterno sul lato di dritta mentre personale dell'equipaggio si occupa delle operazioni di evacuazione di alcuni passeggeri verso i punti di imbarco a scialuppe e zattere. La nave ormai è ferma davanti allo scoglio della Gabbianara, ormai presso il porto del Giglio, ma non sembra ancora al punto massimo di inclinazione: più tardi si sarebbe rovesciata di lato. Sempre in queste immagini, Schettino è in abito scuro, probabilmente lo stesso con cui aveva cenato e con cui aveva diretto la manovra di accostata al Giglio finita con l'urto contro gli scogli.

Una delle frasi e dei passaggi chiave Schettino l'ha pronunciata intorno alle 12. 

"L'ho sempre detto che c'è stato un errore. Non l'ho mai negato, ma sono stato indotto in errore. Tutti gli ufficiali erano intenti a controllare i radar, stavano zitti ho pensato che tutto andava bene", ha spiegato l'ex comandante.

Schettino è arrivato intorno alle 9.30. Completo grigio così come l'auto che lo ha accompagnato. Non si è fermato con i giornalisti. Non ci sarà la ripresa video del processo ma solo audio. Il comandante Schettino ha ottenuto infatti dal collegio di non essere ripreso.

Alle 10 parte l'udienza. Si comincia subito dall'inchino, da come nacque l'idea di un passaggio molto vicino all'isola del Giglio. Si parla poi delle condizioni della Concordia: "Non aveva difetti tali da non poter navigare, altrimenti non sarei partito. Per quanto riguarda i radar e il loro funzionamento, nessun ufficiale mi ha notificato anomalie sui radar. Il comandante in seconda, ovvero il comandante di tutto l'equipaggio, non mi ha parlato di questo". 

L'interrogatorio dell'ex comandante Francesco Schettino (foto Aprili)

Il passaggio dal Giglio, dice Schettino, non era un'offerta commerciale. "Il comandante aveva libertà di spostare la rotta? Deve comunicare eventuali cambi all'armatore o alla Capitaneria?", chiede il collegio a Schettino. "La Capitaneria di porto deve avere il messaggio Ares ma il comandante non ha obblighi di informare l'armatore su cambi di rotta", dice Schettino, che aggiunge: "Se devo circumnavigare un golfo con un'andatura ridotta concordavo tutto con l'ufficio commerciale perché si trattava non dico di uno scalo in più ma di un lavoro aggiunto. In questo caso non essendo pianificata la navigazione nel golfo ma essendo un'accostata e non essendoci regole interne specifiche non avvisai nessuno. Non ci fu una riduzione delle motrici tale da dover informare qualcuno".

Non è stato neanche fatto "per fare un favore alla Cemortan", afferma Schettino negando che il motivo dell'avvicinamento al Giglio fosse per fare colpo sulla hostess e ballerina moldava Domnica Cemortan. Schettino ha confermato che al momento dell'impatto la moldava era in plancia di comando insieme al maitre Tievoli - a cui Schettino invece volle fare il favore della manovra sotto l'isola -, a Ciro Onorato e altri. In generale, secondo Schettino, nelle crociere può capitare che gruppi di passeggeri siano ospitati in plancia di comando per osservare la navigazione e le operazioni di governo della nave. "Al massimo è ammessa una dozzina di passeggeri per volta" e "mai nelle navigazioni sotto costa", ha spiegato Schettino dicendo di ricordare che la direzione commerciale per queste esperienze faceva pagare 50-60 euro e che è usuale organizzare le visite in plancia nelle crociere in Norvegia dove i passeggeri non escono all'esterno.

Si parla poi dell'ora di cena, l'ultima cena servita sulla Concordia prima che la nave affondasse.

E in maniera più tecnica dell'accostamento al Giglio, con la visione della rotta compiuta. E il dibattimento fa sentire alcune registrazioni, tra cui la telefonata tra Schettino e l'ex comandante Palombo fatta sul ponte di comando. "Anche se passiamo a 0.3-0.4 ci sta acqua là sotto?", chiede Schettino durante la conversazione. 

La linea difensiva di Schettino punta a mettere in luce errori e omissioni degli ufficiali in plancia durante la manovra di avvicinamento al Giglio che causò il naufragio del 13 gennaio 2012. Ufficiali che non hanno parlato. Che non gli hanno prospettato la reale condizione della rotta della nave, che andava appunto dritta verso il Giglio. Che non gli hanno comunicato, dopo l'impatto, che cosa era accaduto veramente. La situazione reale del danno subito dalla nave. Schettino non era distratto nell'imminenza dell'impatto della Costa Concordia, ma fu tratto in inganno dal "mutismo generale" in plancia di comando: "non avevo con me mica una scolaresca". Così, con critiche agli ufficiali sul ponte di comando della Concordia, emerge la difesa di Francesco Schettino dalle sue risposte al pm Leopizzi. L'imputato ha detto di non essersi distratto né per la telefonata che fece al comandante in pensione Mario Palombo "che durò appena 30 secondi" per sapere quanta profondità ci fosse sotto la costa dell'isola, né quando, in plancia, ricordò al comandante in seconda Ciro Ambrosio di mettere il timone manuale mentre la nave procedeva a 15 nodi e mezzo verso l'isola. "Gli dicevo timone a mano e lui capisce... Era un reminding", ha detto Schettino rispetto all'ordine di passare alla navigazione manuale. Se poi dire a Ambrosio "timone a mano" poteva generare distrazione nell'ufficiale di guardia, Schettino ha detto che "se con il mio comportamento ho generato un dubbio a una persona adulta, lui doveva essere in grado di manifestarlo". Schettino, rispetto al passaggio di consegne in plancia dopo che lui era arrivato dalla cena dopo la partenza da Civitavecchia, ha aggiunto: "Non si creda che io non abbia tormento per questa stupidata. Bastava parlare e dire...Io ho cercato di giustificare anche gli altri..". Al momento della frase "the master take the com", quando Schettino comunicò formalmente che stava prendendo il comando, l'imputato ha detto che in quella come in altre circostanze, se chi tiene la rotta, cioè Ambrosio, "ha dei dubbi deve manifestarli", invece "credevo di essere molto più distante dalla costa e poi Ambrosio era in progressione numerica", cioè stava eseguendo la manovra. In realtà, ha detto Schettino, "la nave era fuori rotta per motivi di tempo, di quattro minuti. Se non avessi visto quella benedetta schiuma, chi parlava in plancia? Il mutismo generale mi ha tratto in inganno". Così Francesco Schettino rispondendo al pm e riferendosi al fatto che i suoi ufficiali in plancia non gli segnalarono che la nave stava andando sugli scogli"Se qualcuno avesse avuto accuratezza non avrei detto 'Andiamo sugli scogli' ma qualcuno" degli ufficiali "mi avrebbe dovuto dire 'Comandante, siamo sugli scogli!' e invece stettero zitti". "O siamo dei kamikaze, o avevano tutti paura di parlare, o un ufficiale mi ha detto una bugia e la carta nautica era sbagliata. Oppure avevamo preso un sottomarino!". 

"MA LEI CI VEDE BENE?" - "Vedeva bene il radar?", ha poi chiesto il pm Leopizzi a Francesco Schettino. "Sì", ha risposto l'imputato. "Ma lei ci vede bene, porta gli occhiali?", ha anche domandato il pm. E Schettino: "Portavo le lenti a contatto. Io mi sottopongo a visita oculistica biennale anche per l'età, e sono sempre risultato idoneo al comando". Così al processo sul naufragio della Concordia. Il pm ha indugiato anche sulla modalità diurna o notturna dei monitor radar chiedendo come Schettino preferisse tenerli. "Diurna", ha risposto.

"PERCHE' NON SOSTITUI' IL TIMONIERE?" - Dopo i due errori consecutivi del timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin nell'accostata al Giglio, Francesco Schettino non pensò di sostituirlo "perché - ha spiegato l'imputato interrogato in aula - non immaginavo che fossimo in quel punto così vicini all'isola del Giglio, altrimenti l'avrei sostituito". "Mi era capitata una cosa simile a Malta", ha anche ricordato Schettino. Schettino ha spiegato anche perché, parlando col timoniere, rise mentre diceva "Altrimenti andiamo sugli scogli": "Fu una frase ironica e tranquilla perché non si aveva contezza della situazione", della distanza più breve del previsto dagli scogli. L'interrogatorio è accompagnato dalla proiezione di schermate sulla rotta e audio tratti dalla 'scatola nerà con le frasi intercettate in plancia di comando. Le frasi sono evidenziate da scritte poste in sottotitolo alle immagini.

Francesco Schettino parlando con i giornalisti nella pausa-pranzo del processo ha detto: "Sono contento perché mi si lascia spiegare quello che è successo". Schettino, che ora si difende evidenziando errori e carenze degli ufficiali di plancia con lui la sera del 13 gennaio 2012, ai giornalisti che gli chiedevano perché abbia aspettato fino ad oggi per fare queste critiche, ha detto: "Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire", aggiungendo che "quando uno va in guerra, va armato. Ma se sei in pace e prendi una botta...".