Costa Concordia, presunta violazione dei sigilli. Al via il processo

Secondo l'accusa ci sarebbe stato un accesso abusivo sulla nave mentre era posta sotto sequestro all'isola del Giglio. La Concordio affondò il 13 gennaio 2012

La Costa Concordia

La Costa Concordia.

Grosseto, 2 febbraio 2016 - Oggi a Grosseto è cominciato il processo per la presunta violazione dei sigilli della Costa Concordia, mentre era posta sotto sequestro all'isola del Giglio, nei giorni vicini a uno dei sopralluoghi stabiliti dal tribunale durantre il processo a Francesco Schettino.

Di fronte al giudice Gian Marco Fausto De Vincenzi, sono imputati l'ex custode giudiziale del relitto della Costa Concordia, Franco Porcellacchia, un rappresentante di Costa Crociere impegnato al Giglio, Alessandro Vettori, e il consulente tecnico dell'epoca della compagnia navale, Camillo Casella. Secondo l'accusa ci sarebbe stato un accesso abusivo sulla Concordia intorno al 23 gennaio 2014, senza l'autorizzazione dell'autorità giudiziaria.

Sempre secondo l'accusa Porcellacchia e Vettori avrebbero consentito a Casella di accedere a bordo fino al ponte 8 e al locale del generatore diesel di emergenza situato al ponte 11. Per l'accusa Casella avrebbe testato meccanicamente gli interruttori del quadro e, facendo in questo modo, avrebbe alterato lo stato dei luoghi. I periti del tribunale sarebbero saliti a bordo della nave il 27 gennaio 2014. Nel procedimento che seguì la vicenda, il gip aveva disposto per Porcellacchia e Casella la misura del divieto di dimora al Giglio, poi revocata dopo gli interrogatori. Casella ha intanto chiesto l'ammissione in prova in un'associazione no profit. Prossima udienza il 26 settembre.