Martedì 23 Aprile 2024

Processo Concordia, resi noti i risarcimenti ai passeggeri, in tutto oltre sessanta milioni di euro / AUDIO

Sul banco dei testimoni il capitano di vascello Leopoldo Manna che racconta le sue conversazioni con il comandante subito dopo il naufragio. E in una registrazione disse: "Quel comandante è fuori di testa" / GUARDA LE FOTO / CONCORDIA, UN MILITARE DELLA CAPITANERIA PER ALLEGGERIRE LE COLPE DI SCHETTINO

Francesco Schettino durante l'udienza del processo per il naufragio della Costa Concordia (Aprili)

Francesco Schettino durante l'udienza del processo per il naufragio della Costa Concordia (Aprili)

Grosseto, 21 gennaio 2015 - Al processo per il naufragio della Costa Concordia (avvenuto il 13 gennaio 2012 al largo del Giglio e costato 32 morti), in corso a Grosseto, è il momento dei testimoni della difesa dell'ex comandante Francesco Schettino, a partire dal capitano di vascello Leopoldo Manna, capo della centrale operativa delle capitanerie di porto a Roma. Mentre sono stati resi noti anche i risarcimenti complessivi ai passeggeri. «Schettino mi parlava per flash al telefono, mi sembrò scosso, filtrai nella mia mente quello che mi aveva detto per farmi un'immagine _ha detto Manna_ mi balenò che non era l'interlocutore più adatto in quel momento, e mi ricordo di aver riferito questa impressione in centrale operativa».

I RISARCIMENTI AI PASSEGGERI - Tra i documenti che Costa Crociere ha presentato al termine della fase testimoniale, anche il dettaglio dei risarcimenti pagati a passeggeri e membri dell’equipaggio che quella sera si trovavano sulla Concordia. Dei 3.206 passeggeri sono stati chiuse con altrettanti risarcimenti 2.623 posizioni, per importo complessivo di 66,5 milioni. Cifra che comprende anche 24 dei 27 passeggeri deceduti, risarciti in complessivi 24.508 milioni. Dei tre rimanenti, una passeggera tedesca non ha eredi, i familiari di un francese stanno transando con la compagnia di navigazione e un altro straniero ha deciso di proseguire le vie legali. Per quanto riguarda i membri dell’equipaggio, invece, su 1.023 che erano a bordo, è stato raggiunto l’accordo e successivo pagamento con 906, per un totale di 17.421 milioni. Cifra che comprende anche il risarcimento per 6.721 milioni ai familiari dei cinque morti. Per un totale di 85 milioni circa già sborsati da Costa per passeggeri e membri dell’equipaggio.

In un altro colloquio tra Manna e un operatore della sua centrale operativa - fatto sentire dai pm in aula - si sente il teste che dice anche: «Quel comandante è rinc...to, povero Cristo». La difesa di Schettino ha inoltre proposto una registrazione di una telefonata tra lo stesso Manna e il capo dell'unità di crisi di Costa, Roberto Ferrarini delle 00.41. Ferrarini riferisce a Manna che «la nave è appoggiata a 90 gradi sul fondo» aggiungendo che ciò «ha comportato il fatto che alcune persone non riescono a scendere, forse 50, non le so dire il numero, il modo per soccorrerle è un elicottero». Manna chiede anche: «Lei parla col comandante?». E Ferrarini: «Sì, il comandante non è sulla nave ma sullo scoglio e da lì segue» la situazione. «Ma lui non ha accesso a poter vedere, serve qualcuno di specializzato».

La difesa ha sentito come testimone anche il comandante del traghetto 'Aegilium' che collega la terraferma al Giglio, Fiorentino Agnello. Il traghetto venne fatto uscire dal porto dell'isola per andare a salvare i naufraghi già verso le 22.30. Il comandante Agnello ha ricordato di averlo «posizionato a mezzo miglio dalla Concordia e di aver messo in salvo le prime 80 persone arrivate a bordo di zattere della Concordia», ma ha anche raccontato di «non aver visto Schettino» sulle scialuppe in quelle fasi del naufragio. Il pm Leopizzi, quando è intervenuto, ha chiesto al teste di dove fosse originario e se conoscesse Francesco Schettino: «Ho abitato a Meta di Sorrento - ha risposto -, conosco Schettino e siamo coetanei». Il pm, dunque, non ha fatto altre domande. Sentita anche un'altra testimone, Katia Krevanian, responsabile del servizio clienti di Costa spa. «Ero sulla Concordia. La nave era inclinata, scivolai verso l'acqua e così facendo andai a urtare un braccio del comandante Schettino - ha ricordato - il quale mi disse 'Vai a prendere la scialuppa laggiù', quindi il comandante era a bordo. Era verso mezzanotte e non prima delle 23 come veniva detto in quei giorni. Lo scrissi per onor del vero sul mio profilo Facebook quasi come sfogo».