La chirurgia robotica fa scuola

Esofago asportato con piccole incisioni dall’equipe di Bianchi

Operazione di asportazione dell’esofago con il robot effettuata dall’equipe del professor Bianchi

Operazione di asportazione dell’esofago con il robot effettuata dall’equipe del professor Bianchi

Grosseto, 24 agosto 2015 -  Eccezionale  intervento di chirurgia robotica all’ospedale di Grosseto, dove è stata eseguita l’asportazione completa dell’esofago a un paziente malato di tumore, il tutto effettuato interamente con il robot. Ad eseguire l’intervento, poi portato a termine in collaborazione con lo staff della sezione di chirurgia robotica toracica dell’Istituto clinico Humanitas di Milano, l’équipe del professor Pietro Paolo Bianchi, direttore dell’area chirurgica e della scuola di robotica dell’ospedale di Grosseto. La tecnica adottata, avviata proprio a Grosseto in chirurgia generale, consente di eseguire interventi di chirurgia miniinvasiva molto delicati.

Utilizzando, infatti, piccole incisioni sulla pelle, per introdurre all’interno del campo operatorio strumenti di piccole dimensioni e sistemi di visione ad alta definizione, è possibile eseguire interventi anche molto complessi con una migliore visione e precisione. Così i movimenti degli strumenti chirurgici sono più precisi ed ampi dei movimenti della stessa mano del chirurgo. Inoltre, la visione è aumentata grazie ad un sistema ottico tridimensionale ad alta definizione. Una tecnica chiurgica particolarmente indicata per l’esofago, un organo molto complesso da trattare chirurgicamente perché attraversa tre diversi distretti anatomici (collo, torace e addome). Nel caso dell’intervento effettuato all’ospedale di Grosseto, la prima fase ha riguardato il torace, dove attraverso quattro incisioni inferiori a un centimetro, è stata eseguita la mobilizzazione di tutto l’esofago e l’asportazione completa dei linfonodi. Successivamente è stato eseguita la fase addominale, che attraverso cinque piccole incisioni, ha consentito di ricostruire un «nuovo» esofago, utilizzando lo stomaco. L’ultima fase, a livello del collo, è stata l’estrazione del pezzo operatorio completo e il confezionamento della sutura tra la piccola parte di esofago alto residua ed il nuovo esofago, preparato precedentemente.

«QUESTO INTERVENTO – ricorda il professor Bianchi – è molto invasivo se eseguito per via tradizionale e con un’alta percentuale di complicanze, a livello delle suture chirurgiche e, soprattutto, a livello polmonare, dove l’ampia incisione toracica aumenta il rischio di infezioni post operatorie. La tecnica mini-invasiva robotica, grazie all’estrema precisione, consente di ridurre al minimo le perdite ematiche, le complicanze post operatorie e permette una più rapida ripresa del paziente durante il decorso post operatorio». Accanto alla soddisfazione per l’intervento eseguito, il professor Bianchi sottolinea la bonta e l’utilità della scuola robotica. «Con la sua straordinaria capacità formativa, la scuolarappresenta ormai una realtà consolidata – ricorda Bianchi – ed è il fiore all’occhiello della sanità pubblica, toscana e italiana. Un esempio concreto dell’esistenza della buona sanità, anche in provincia. Un elemento strategico all’interno dell’offerta chirurgica grossetana che vede, oltre al robot, un impegno che conta, ogni anno, oltre 2mila interventi chirurgici in un’ampia casistica: dalla chirurgia oncologia alla toracica, da quella d’urgenza a quella dell’apparato digerente e del seno».