Centro per i bambini autistici: "Tante promesse, ma siamo fermi"

Associazioni e Fondazione Il Sole "bacchettano" le istituzioni

Un disegno sulla giornata dell'autismo

Un disegno sulla giornata dell'autismo

Grosseto, 31 maggio 2016 - "Siamo disposti a trovare un punto d’incontro per cofinanziare l’ampliamento e il mantenimento del centro". Così Flavia Cianferoni, presidente dell’associazione grossetana Genitori di Bambini Portatori di Handicap, ha esordito sulla questione del Centro autismo di Grosseto, sulla quale si dibatte da alcuni mesi. C’era stato un incontro, lo scorso 18 marzo, tra Asl e famiglie, durante il quale erano state presentate le problematiche del centro, in cerca di soluzioni per consentirne il mantenimento e l’ampliamento. L’incontro, cui erano presenti le mamme dell’associazione Iron Mamme, il direttore del Coeso Società della Salute, Maurizio Boldrini, e il direttore della Asl sud-est Toscana, Simona Dei, si era concluso con l’impegno, delle istituzioni, per cercare soluzioni possibili per il centro. A due mesi dall’incontro, sono state avviate le procedure per l’assunzione dei neuropsichiatri, mentre la nuova sede del centro si sposterà in zona Gorarella ma, per il resto, l’Asl sud-est Toscana ha dichiarato l’impossibilità d’intervenire per carenza di fondi.

"Io credo che non possiamo accettare questo – ha proseguito Cianferoni –. Ci vengono fatte promesse su bisogni reali, davanti a una platea di mamme, per poi dire che i soldi non ci sono".

Le procedure di selezione di neuropsichiatri nelle strutture di Orbetello e Follonica sono state avviate, ma, con il patto di stabilità, l’Asl ha le mani legate. Le terapie private per l’autismo sono rimborsate dallo stato, ma fino a 340 euro al mese, e per molte famiglie sono un lusso.

"Noi al momento siamo sedute – ha commentato Simona Bandettini, dell’associazione Iron Mamme –, ma non credo che ci resteremo a lungo. La situazione è drammatica e siamo disposte a tutto".

Il centro autismo di Grosseto ospita 34 bambini e 40 sono ancora in lista di attesa. I 34 bambini sono seguiti da uno psicologo, una psicomotricista, un educatrice e una logopedista, ma quattro persone non bastano per svolgere tutto il lavoro: ci vuole un rinforzo che consenta di applicare una terapia per 24 su 24.

"Se puntiamo sul fare pietà per ottenere quello che ci spetta, la battaglia è persa – ha commentato Massimiliano Frascino, presidente della Fondazione Il Sole –. Però, non possiamo far finta di niente. Bisogna trovare una soluzione». Il centro da solo non basta: per questi bambini ci vogliono terapie d’intervento precoce sulla diagnosi e a Grosseto un centro autismo funzionante non esiste neanche a livello privato. «Per un bambino, un giorno perso di terapia è un giorno bruciato – ha concluso Simona Vasile di Iron Mamme –. Il percorso in avanti per lui è bloccato come da un muro. Le istituzioni parlano di mesi per la soluzione, ma per un bambino è prezioso anche un solo minuto".

Francesca Sabatini