Maggiorazioni sulle cartelle esattoriali. Giudice di pace: "Sono incostituzionali"

Il giudice di pace di Grosseto Adriano Simonetti ha posto la domanda direttamente alla Corte Costituzionale

2 - "Meno Stato invadente, più efficiente, più società"

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Grosseto, 23 novembre 2015 - Le maggiorazioni sulle cartelle esattoriali sono costituzionali? Il giudice di pace di Grosseto Adriano Simonetti ha posto la domanda direttamente alla Corte Costituzionale, sospendendo il giudizio su un procedimento attivato dal proprietario di un ciclomotore, destinatario di un’ingiunzione di pagamento, da parte di Equitalia, per un totale di 2.850 euro. A beccarsi la multa dalla Polizia stradale, oltretutto, non era stato neppure lui, dal momento che il mezzo lo aveva prestato a un’altra persona, che si era impegnata a pagare la sanzione, chiedendone la rateizzazione. Alla fine, però, non ha pagato.

E il proprietario del ciclomotore è venuto a saperlo soltanto quando si è fatta viva Equitalia.

Lamentando la completa assenza di comunicazioni in merito da parte della Prefettura, il proprietario del ciclomotore ha presentato ricorso al giudice di pace, il quale però, prima di affrontare la questione nel merito, ha sollevato un altro dubbio.

SECONDO le sue valutazioni, infatti, ritiene, infatti, che le «maggiorazioni siano in contrasto, in particolare, con i principi di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, in quanto per effetto dell’applicazione in automatico di una sanzione sulla sanzione, il soggetto tenuto al pagamento di una sanzione amministrativa a suo tempo inflittagli, soggiace ad un’onerosa imposizione, di natura sostanzialmente parafiscale, che risulta essere a tutto vantaggio delle casse dell’amministrazione creditrice che, tra l’altro, può protrarre senza alcun vincolo la sua pretesa» e può quindi «beneficiare proprio dalla lunghezza della procedura di esazione».

IL GIUDICE solleva quindi d’ufficio la questione di legittimità costituzionale della normativa nella parte in cui «in caso di ritardo nel pagamento la somma dovuta è maggiorata di un decimo per ogni semestre», ritenendo tale maggiorazione priva di riferimenti «non solo ai tassi correnti di mercato ma anche a quelli previsti in materia tributaria».

E IN TUTTO QUESTO – dice ancora il giudice – non viene neppure imposto uno specifico termine di decadenza per iscrivere a ruolo un credito, con la conseguenza che «il debitore – scrive Simonetti – viene gravato, per effetto del protrarsi della procedura di esazione attivata nei suoi confronti, di un incremento della sanzione originaria di entità eccessiva in termini economici, la cui quantificazione dipende dai diversi tempi burocratici che i creditori impiegano per trasmettere al concessionario il dettaglio degli importi».

FATTE TUTTE queste considerazioni, quindi, il giudice di pace ha bloccato il procedimento che si era aperto davanti a lui e ha sollevato la questione di fronte alla Corte Costituzionale. E fino a quando non sarà presa una decisione resterà in sospeso anche l’altro procedimento.

Riccardo Bruni