Scommesse, così si aggiusta una partita. «Facciamoci dare almeno 15 mila euro»

Grosseto-Santarcangelo: 64 pagine di dialoghi al telefono

La gara incriminata: Grosseto Santarcangelo

La gara incriminata: Grosseto Santarcangelo

Grosseto, 21 maggio 2015 - «PUOI FARE sabato. Fatti dare 15 mila euro, la facciamo, fatti dare i soldi in mano». Il primo contatto è del 16 novembre. A tarda notte due personaggi-chiave dell’ennesimo scandalo scommesse che sta scuotendo il calcio italiano si sentono per iniziare a «lavorare» su Grosseto-Santarcangelo, la partita del 22 novembre scorso finita nel fascicolo dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Al cellulare si sentono l’ex calciatore Fabio Di Lauro e Daniele Ciardi, toscano di Montevarchi ex calciatore dilettante e magazziniere della società romagnola. I due iniziano a ragionare su come monetizzare con gli scommettitori la sconfitta del Santarcangelo in Maremma (il sabato dopo finirà 1-0 con gol di Pichlmann all’84’).

La procura calabrese dedica alla presunta combine allo stadio Zecchini 64 pagine di intercettazioni sulle oltre 1200 del provvedimento che ha portato all’arresto di 50 persone e alla denuncia di altre 70. Gli indagati per la partita in questione, oltre a Di Lauro e Ciardi, sono il diesse dell’Aquila Ercole Di Nicola, lo scommettitore forlivese Enrico Malvisi e quattro giocatori del Santarcangelo: l’ex biancorosso Marco Guidone, Francis Obeng, Mohamed Lamine Traoré e Giacomo Ridolfi. Nessun coinvolgimento, nemmeno marginale, a questo punto dell’inchiesta per i tesserati del Grosseto. In base alla ricostruzione degli inquirenti, Ciardi avrebbe promesso lo scarso impegno dei giocatori romagnoli senza prendere alcun contatto con gli avversari del Grosseto. Ciardi e Di Lauro si sentono perché l’ex calciatore si metta in contatto con Malvisi per farsi consegnare 15 mila euro. «Gli do 3 mila euro a due giocatori e facciamo la partita» assicura il magazziniere Ciardi al suo interlocutore. Seguono serrate trattative in cui si inserisce anche il direttore sportivo dell’Aquila Ercole Di Nicola finanziando i giocatori con altri 10 mila euro. Ulteriori 10 mila, in base alle interecettazioni, arriveranno da complici slavi di Di Lauro tra cui Uroš Milosavljević. I contatti sono continui, tra telefonate, sms e WhatsApp. Arrivano fino alla partita stessa con Di Lauro e Malvisi che si preoccupa per l’esito incerto durante l’intervallo. Alla fine, quando segna Pichlmann, è una liberazione. Ciardi telefona in diretta a Di Lauro: «Ha fatto gol» dice. E uno dei calciatori arrestati, Giacomo Ridolfi scrive dopo la fine della partita a Ciardi: «Eri a rischio infarto» e lui prontamente gli risponde: «Se mi danno tutto, lunedì ti faccio un regalo».