Cade in piazza. Il Comune non si fa vivo ma deve pagare 130mila euro

Il caso che coinvolge l'Amministrazione di Scansano

 Il sindaco del Comune di Scansano, Sabrina Cavezzini

Il sindaco del Comune di Scansano, Sabrina Cavezzini

Grosseto, 19 maggio 2015 - IGNORARLO, sperando che il problema sparisca così come si è creato. Pare essere stato questo l’atteggiamento, controproducente, tenuto dall’amministrazione comunale di Scansano nei confronti di un residente, cieco, caduto dopo avere inciampato in uno dei lastroni di piazza Garibaldi. Il Comune, nella persona del sindaco protempore Sabrina Cavezzini, è stato condannato a pagare 130 mila euro circa di risarcimento dei danni e spese legali. Nel silenzio più assoluto. Cioè l’Amministrazione guidata da un avvocato non si è difesa. Non si è costituita in giudizio e, soprattutto, ora cerca di ignorare che il giudice Giulia Conte ha vergato nero su bianco la condanna dell’ente a risarcire il danno.

UNA SENTENZA passata in giudicato perché ignorandola, ovviamente, non ci si è preoccupati di opporsi alla decisione del giudice di primo grado. Nella più benevola delle ipotesi potremmo anche pensare che il Comune abbia deciso di non opporsi nella convinzione di voler risarcire. Bene. Allora perché mancano una manciata dei 120 giorni di tempo concesso per pagare, dopo la notifica della sentenza, e l’amministrazione, sindaco Cavezzini in testa, non solo non ha pagato, ma non si è fatta sentire. Non ha risposto alle lettere del legale che ha assistito lo scansanese durante il percorso legale. «GIOVEDÌ della prossima settimana – spiega l’avvocato Alessandro Antichi – scadranno i 120 giorni, a quel punto se nessuno si farà sentire per spiegare come intendono pagare, darò il via all’azione che porterà al pignoramento». Con tutte le conseguenze del caso per un’amministrazione comunale che dovesse vedersi pignorare le casse comunali. Un atteggiamento che appare incomprensibile per vari motivi. A cominciare dalla mancanza di rispetto nei confronti di una persona disabile che si procura un danno, rimanendone ulteriormente menomato, su una pubblica pizza. Ma anche una mancanza di rispetto dell’amministrazione. Tra le cifre liquidate dal giudice Conte ci sono 17.551 euro di spese legali, oltre ovviamente una consulenza da 526 euro e i 118 mila euro di risarcimento del danno puro. Non si potevano evitare almeno le prime due, con conseguente riduzione degli oneri a carico del Comune, decidendo di seguire un atteggiamento più collaborativo, se proprio non vogliamo parlare di rispetto? Ci sarà qualcuno che chiederà conto di questo atteggiamento indifferente alla gestione di soldi pubblici?