Doppiette pronte a sparare. Ma i cacciatori sono sempre meno

Oggi la preapertura per alcune specie. A malapena ottomila gli iscritti

Riprende la caccia

Riprende la caccia

Grosseto, 2 settembre 2015 - Un esercito in diminuzione costante ogni anno. Nel 2015 sono poco più di ottomila i cacciatori maremmani: molti meno rispetto soltanto a tre o quattro anni fa quando a sparare erano quasi 12mila. Un calo dovuto a molti fattori. Primo fra tutti i costi ingenti per accedere e per continuare a seguire una passione che è nata con l’uomo. «In effetti – spiega il presidente di Arcicaccia Claudio Sozzi – uno degli ostacoli più importanti all’ingresso dei giovani sono proprio i costi elevati. Se oggi un ragazzo deve trovare 500 euro soltanto per conseguire il porto d’armi, ci pensa due volte a spendere quella cifra così. E peraltro non è l’unica».

Già, perché ci sono anche i costi fissi, quelli che vanno allo Stato centrale e agli enti locali. Ogni anno. «Eh sì. La tassa nazionale ammonta a 171 euro – prosegue Sozzi – anche se una parte, il 50 %, dovrebbe poi essere girata alle Regione, ma puntualmente non avviene. Poi ci sono i 23 euro, quest’anno, da pagare alla Regione e infine i 100 euro, anche questi obbligatori per l’iscrizione all’Ato (Ambito territoriale di caccia) e l’iscrizione alle singole associazioni (che varia da 70 a 140 euro) con relativa polizza assicurativa, anche questa obbligatoria. Solo di tasse. Ma per poter cacciare, bisogna pensare alla manutenzione dei fucili, al mangime per i cani e a tutti gli accessori necessari».

Ricapitolando per chi si vuole avvicinare per al prima volta a questo mondo deve intanto pensare a sborsare 500 euro per il porto d’armi, più altri quattrocento quasi di tasse. Novecento euro solo per le «carte bollate». Ognuno poi deve pensare al fucile, alle cartucce, all’abbigliamento ai cani per chi ce l’ha: un attività d’elite ormai. E ridottissima rispetto al pochi anni fa.

Oggi comunque poco più di tremila – all’incirca il 40 per cento degli iscritti – le doppiette maremmane impegnata nella giornata di preapertura, che quest’anno dopo molti anni prevede di cacciare anche il colombaccio, vietato fino allo scorso anno. La stagione venatoria vera e propria inizierà domenica 20. «Siamo pronti – conclude Sozzi – Importante che quest’anno c’è la preapertura al colombo. Auguro a tutti i cacciatori di essere tranquilli e di stare particolarmente attenti». Meno soddisfatto il presidente di Liberacaccia, Paolo Isidori. «Siamo l’unica provincia che non prevede oggi di poter cacciare gli storni e i piccioni – spiega – questo soltanto perché non è stata inserita da chi di dovere come territorio di emergenza per la presenza di questi volatili. Se le sembra che non ci sia emergenza. Bene, almeno, che sia stata riaperta fin da subito al colombo».

Cristina Rufini