La scomparsa di Francesca Benetti, chiesto il processo per Bilella

"L'ha uccisa e ne ha distrutto il corpo" Il procuratore Verusio: "Bilella in silenzio per 38 anni su un omicidio? Non mi stupirebbe" / Riaperto il caso sulla morte di un conoscente di Bilella / La scomparsa di Francesca Benetti: da Bilella quasi 400 telefonate / Chi è Francesca-FOTO / La villa del mistero-FOTO

Carabinieri in villa

Carabinieri in villa

Grosseto, 17 settembre 2014 - NON È PROPRIAMENTE una sorpresa. Che la procura di Grosseto fosse convinta della sua colpevolezza è chiaro fin da quando è stato chiesto e poi convalidato il suo arresto, il 10 novembre scorso. Durante le indagini sull’omicidio di Francesca Benetti, ex insegnante di educazione fisica di Cologno Monzese, la convinzione dei sostituti Marco Nassi e Salvatore Ferraro si è accentuata fino a chiudere la fase preliminare in poco più di dieci mesi dall’inizio della vicenda che, cominciata come mistero, ritenuta da qualcuno pure un giallo, si sta risolvendo in queste ore con la richiesta dei magistrati di mandare a processo Antonino Bilella, il custode di Villa Adua, ritenuto dalla procura grossetana l’omicida della Benetti , di cui avrebbe anche distrutto il corpo, che infatti non è stato più trovato . È lui , per i magistrati, che quella mattina del 4 novembre ha attirato la « signora » — come Antonino Bilella l’ha sempre nominata nei racconti che ha fatto ai carabinieri che hanno eseguito le indagini — a Villa Adua, dove negli ultimi tempi andava sempre più di rado . C i ha trascorso probabilmente poco più di un’ora: «L ’ho anche aiutata a portare nel suo appartamento un contenitore per l’olio » , ha raccontato ai magistrati. Il tempo utile , secondo l’accusa, per ucciderla, accoltellandola (ma l’arma del delitto non è mai stata trovata), per caricare il cadavere nel bagagliaio della sua Fiat Punto e poi trasportalo chissadove.

MOTIVI. Sono due le ipotesi, che possono anche andare di pari passo e non escludersi a vicenda, che avrebbero spinto Bilella a uccidere la sua datrice di lavoro e proprietaria di casa. Una passionale: il custode si era invaghito della bella cinquantacinquenne. Si era anche dichiarato. Le aveva fatto dei regali, la perseguitava, secondo quanto raccontato dai suoi familiari. Ma i magistrati non escludono neanche che quella mattina il motivo scatenante possa essere stato la comunicazione da parte di Francesca Benetti di volerlo mandare via. Di non volerlo più a Villa Adua.

INDI ZI . Due sostanzialmente quelli più gravi contestati al custode: le due macchie del sangue della Benetti rilevate dal Ris di Roma nel bagagliaio della Punto che sarebbe stata utilizzata dal custode per trasportare il cadavere e l’intenzione di Bilella di disfarsi di quell’auto appena revisionata e del pianale. Comportamenti che per i magistrati indicano la volontà di Bilella di disfarsi di alcune prove. A tutto questo si aggiungono le macchie di sangue del settantenne trovate nell’appartamento della Benetti: quella che secondo la procura di Grosseto è la scena del delitto.

DIFESA. Nei tre interrogatori davanti ai magistrati Antonino Bilella ha sempre negato di aver commesso il fatto: « Non ho fatto male alla signora » , il custode ha però ammesso di averla vista arrivare a Villa Adua, di averci parlato, ma poi di averla vista risalire in auto e andare via. Non ha spiegato invece la presenza delle macchie di sangue della vittima nella sua auto. Ma nega di averla uccisa.