La scomparsa di Francesca Benetti, morte sospetta in Piemonte nel ’76: Bilella e Canali, rapporti al setaccio

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Carabinieri in villa

Carabinieri in villa

Grosseto, 13 settembre 2014 - HA SUBÌTO un’accelerata l’inchiesta riaperta sulla morte di un operaio di 39 anni, Giorgio Canali, nell’ agosto del 1976 in Piemonte. Una vicenda ripercorsa anche nel faldone di migliaia di atti che riguarda l’ omicidio di Francesca Benetti, scomparsa il 4 novembre scorso , da quando fu vista per l’ultima volta uscire dalla sua villa a Potassa . Il legame tra l’indagine maremmana e il filone piemontese è Antonino Bilella, l’ex custode settantenne di Villa Adua a Potassa di Gavorrano, accusato dai magistrati grossetani di avere ucciso la Benetti e poi di averne fatto sparire il corpo. Anche nei giorni scorsi, alcune persone ritenute informate sui fatti per l’episodio del 1976 sono state ascoltate dagli investigatori. E sarebbero emersi particolari agghiaccianti. Secondo quanto raccontato agli inquirenti — e quindi a verbale nell’inchiesta aperta dalla procura di Torino, cui i magistrati grossetani hanno inviato da settimane quanto raccolto nel corso degli accertamenti sull’omicidio Benetti — , ci sarebbe un particolare inquietante: poco prima di morire Canali, che era il proprietario dell’appartamento dove viveva Bilella a Pinerolo, avrebbe firmato un atto in cui veniva spiegato che il suo intento era che la proprietà dell’abitazione passasse a Bilella.

POCO DOPO l’operaio se n’è andò in vacanza — secondo quanto raccontato — ad Angrogna. Era il giugno del 1976. Dalla piccola località vicino Pinerolo, dove aveva deciso di trascorrere le vacanze, Canali sparì il 2 luglio e fu poi trovato cadavere in una enorme fossa, il 9 agosto. Con una profonda ferita alla testa. Dopo qualche tempo — sarebbe stato ricostruito dagli inquirenti — si fecero vive le due sorelle del defunto, della cui esistenza pochissimi conoscenti dell’operaio erano informati e tra questi non c’era il custode di Villa Adua. Altro punto fermo, due cause giudiziarie che le stesse sorelle di Canali avrebbero intentato nei confronti di Bilella. Racconti che sembrano quasi incredibili, ma che sono vergati nero su bianco in verbali di sommarie informazioni che gli investigatori hanno raccolto e stanno continuando a raccogliere proprio in questi giorni . Resta il fatto che quella morte, su cui oggi aleggia più di un sospetto, è stata archiviata come « naturale » . Nessuna autopsia fu eseguita sul corpo dell’operaio, solo una ricognizione del medico condotto di Angrogna che certificò appunto « la morte naturale » , spiegando la profonda ferita alla testa come « provocata da un sasso durante la caduta a terra » .