Abusi sessuali sulla nipote, nonno condannato

Quando erano soli la toccava ripetutamente nelle parti intime. Pena di due anni e mezzo

Abusi sessuali (foto di repertorio)

Abusi sessuali (foto di repertorio)

Grosseto, 01 luglio 2016 - Avrebbe dovuto essere una delle persone più fidate. Un familiare dal quale cercare conforto. Riparo anche. Non è stato così per una quattordicenne che vive nella zona sud della provincia. Il nonno paterno, maremmano di 73 anni, l’ha molestata sessualmente più volte, quando riusciva a rimanere solo con lei. Un’atrocità che la ragazzina avrebbe raccontato solo dopo essere stata forzata dalla madre e dalla zia paterna.

Quella frase sospetta urlata, «Guarda che per me è solo un nonno», ha aperto una scatola di abusi che andavano avanti da qualche mese. L’anziano è stato condannato dal giudice dell’udienza preliminare Marco Bilisari, a due anni e sei mesi di reclusione per violenza sessuale.

Teatro temporale degli abusi l’estate del 2014, quando la ragazzina trascorreva almeno due giorni la settimana sola con il nonno: in casa, in auto o al mare, perché la nonna era ricoverata in ospedale. L’uomo la toccava ripetutamente nelle parti intime e poi, alcune volte, si masturbava davanti a lei. E aveva dato anche una spiegazione alla nipote dei motivi per cui le riservava simili attenzioni: «Ti mostro come si fa con i ragazzi», le ripeteva. Le aveva, ovviamente, chiesto di tenere il segreto tra di loro.

Ma davanti alle pressioni della madre che aveva colto alcuni sospetti dalla sorella del marito e figlia dell’anziano condannato, la ragazzina un giorno ha ceduto e ha raccontato tutto, nonostante il colloquio rivelatore con la madre fosse iniziato con l’appello dell’adolescente: «mamma se mi vuoi bene, non mi chiedere niente». Poi il pianto e la confessione, ripetuta mesi dopo in sede di incidente probatorio davanti al giudice e al consulente tecnico. Un racconto che il giudice ha ritenuto attendibile, suffragato dalla presenza di una registrazione fatta con il cellulare in cui il nonno raccontava che la nipote era solita «tenere gli occhi chiusi durante l’orgasmo». Oltre alla condanna, l’anziano è stato interdetto in perpetuo da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all’amministrazione di sostegno. E temporaneamente dai pubblici uffici.