Grosseto, 22 luglio 2009 - Se lo stesso turista che ha visitato le mura medicee, all’inizio del mese, decidesse di fare un viaggio nel cuore della città o anche in periferia, tanto per conoscere il capoluogo, gli capiterà spesso di imbattersi in strutture «fantasma», per cui la parola degrado riesce male a spiegare la condizione di palazzi che una volta hanno accolto, solo per fare un esempio, la sede dell’ospedale, poi una scuola superiore e oggi la giungla, dove pure Tarzan avrebbe qualche remora ad addentrarsi. Ma partiamo dall’inizio dell’ipotetico itinerario.

 

Mettiamo che il nostro turista arrivi in città con il treno e una volta sceso alla stazione ferroviaria, si incammini lungo via Mameli, il percorso più breve per raggiungere il centro storico, quello dentro le mura. Ma subito si imbatte in una struttura gialla, con qualche tocco di verde, comunemente conosciuto come l’Ex Garibaldi: già in fase decadente anche sulla facciata principale, che però ancora «regge il colpo». Seppur l’ultimo di una serie di crolli si è verificato solo alcuni mesi fa, ad aprile, a causa del quale il Comune ha dovuto far sgomberare la comunità musulmana.

 

Se, poi, il «nostro» decide di approfondire e svolta un attimo in via Merano trova alcune transenne lungo la strada, collocate lì per impedire l’accesso a quel tratto di marciapiede, a rischio calcinacci. A metà circa comincia la parte più degradata, quella dove un tempo c’erano le stanze della lavanderia. A parte gli infissi che mancano, il tetto è praticamente crollato per intero. Nel piazzale interno, cui si accede da una recinzione in parte fatiscente da via Fucini, si trova di tutto: lattine, bottiglie, pezzi di carta. E ammassi di erba. Non proprio deliziato da quanto appena visitato, il «coraggioso» turista decide di raggiungere la parte interna della città, quella dentro le mura.

 

Dopo il primo tratto di corso Carducci, se sceglie di voltare a sinistra, arriva al parco dell Rimembranza. Uno dei punti chiave. Passato il tratto all’altezza del monumento ai caduti, ripulito di fresco dalle scritte dei vandali, basta che volti lo sguardo alla sua destra. E lo scenario che si manifesta ai suoi occhi ha davvero dell’incredibile. Quasi da non credere che una simile schifezza sia stata permessa nel cuore della città.

 

Al di là della recinzione dell’Ex ospedale ed ex istituto per il commercio c’è di tutto. E’ un’indecenza che si sia permesso di raggiungere un simile stadio di degrado. Il cattivo odore originato dal guano lasciato dalla colonia di piccioni che popola la struttura è nauseabondo. All’interno, tra rami spezzati e alberi, che in alcuni punti impediscono la vista del palazzo in grave decadimento, c’è veramente di tutto. I soliti rifiuti e in alcuni punti anche escrementi umani. Da capire chi abbia avuto il coraggio di addentrarcisi. Percorse poche centinaia di metri, il vacanziero si imbatte in un’ala della stessa struttura: la sede dell’ufficio anagrafe del Comune.

 

Probabilmente in cerca di miglior fortuna, il «nostro» opta per fare una capatina in periferia. Magari va meglio. Deve camminare un po’, ma prima o poi ci arriva all’Ex Foro Boario, sede un tempo del mattatoio. Ora in fase di cessione insieme ad altri lotti della zona da parte di Comune e camera di commercio. Vendita che comunque arriverà troppo tardi, perché la fatiscenza della struttura, oltre a guastare l’occhio, sembra scoraggiare anche i possibili acquirenti. Possibile, poi, che in quell’area nasca la nuova sede dell’ente camerale. Attraversando la ferrovia che taglia quasi in due la città, il nostro turista, magari affamato o assestato, potrebbe avere bisogno di scegliere un supermercato. Arrivando a quello che si trova nella zona del Tiro a segno.

A confine con una scuola materna, scopre così la vecchia sede dell’Istituto zooprofilattico del Lazio e della Toscana, che ha accesso pure su via Fanti. Anche in questo caso possiamo parlare di «fatiscenza» degli immobili. Su uno, il più imponente, crollato in parte, sono stati disegnati graffiti, come vengono chiamati da qualcuno, oppure atti vandalici da altri. Il confronto stridente tra i giochi dei bambini e il quasi rudere dà fastidio. Se pur si deve ammettere che almeno l’erba all’interno della recinzione è stata tagliata.

 

Ormai deluso, il turista vuole tornare in centro. E percorrendo via del Tiro a segno non può non notare alcune pareti che svettano, senza motivo, ci pare di avere capito, a fianco del supermercato. Forse un tempo strutture in uso all’Ex Tiro a segno. Una quasi integra, ma le altre praticamente crollate. Chissà se una volta giunto di nuovo in centro il turista ce la farà a proseguire il tour. Almeno fino a piazza Dante e piazza delle Catene: qui qualcosa ancora «sano» da vedere c’è. Ma resta difficile spiegare perché a fianco di monumenti storici, come le mura, si permetta che nasca una vera e propria giungla, ricovero di colonie di piccioni e discarica a cielo aperto (l’ex ospedale). Solo per ricordare una delle cinque tappe.