Martedì 23 Aprile 2024

Responsabilità civile magistrati, forte tensione al Senato: probabile il voto di fiducia

Le modifiche del governo alla legge Vassalli si accodano al lavoro della Commissione a presidenza Forza Italia. Orlando: "Testo equilibrato". Nitto Palma: "No, retrocessione". Intanto, alla Camera, maggioranza e M5S affossano un emendamento leghista. Ferranti (Pd): "Respinta l'intimidazione delle toghe"

Toghe, tribunale

Toghe, tribunale

 

Roma, 21 ottobre 2014 - S'infiamma il clima politico sulla responsabilità civile dei magistrati.  Oggi l'aula della Camera a voto segreto ha respinto un nuovo emendamento del leghista Gianluca Pini alla Legge europea 2013 per introdurre la responsabilità civile dei magistrati. I 'no' sono stati 365, i si' 126, e 3 gli astenuti (i socialisti). La maggioranza sventa quindi il blitz che Fi e Lega avevano tentato come 'ritorsione' per al presentazione dell'emendamento del ministro Orlando al Senato. Sull'emendamento Pini a Montecitorio il governo ha dato parere negativo. Oltre alla maggioranza, ha votato contro la norma Pini il gruppo M5S.

ESULTANZA PD -  Il no della Camera all'emendamento Pini sulla responsabilità civile è una "bocciatura" per coloro che puntavano a "intimidire le toghe", secondo la presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, la 'dem' Donatella Ferranti. "Bocciando a larghissima maggioranza l`emendamento Pini sulla responsabilità diretta dei magistrati, la Camera ha definitivamente respinto l'ennesimo tentativo di chi in realtà vuole semplicemente liberarsi dai giudici scomodi e sgraditi".

EMENDAMENTI AL SENATO -  Aggiunge la  Ferranti: "Il governo, al Senato, sulla responsabilità delle toghe ha proprio oggi presentato i suoi emendamenti per una soluzione equilibrata e non punitiva di riforma della legge Vassalli. Noi siamo perché il magistrato che sbaglia paghi, ma deve esserci la garanzia che il magistrato possa decidere e giudicare in piena serenità e imparzialità rispondendo quindi solo in via indiretta e solo quando abbia effettivamente sbagliato".  Al contrario, secondo l'esponente dem, "chi vuole la responsabilità diretta o chi vuole far derivare la responsabilità civile da una errata interpretazione delle leggi vuole in realtà esclusivamente intimidire il giudice e assoggettarlo ai potentati economici e al potere di pressione delle parti più forti".

FI IN TRINCEA - Ma la vera "bomba" in materia è quella scoppiata proprio oggi in commissione Giustizia del Senato, dove le modifiche proposte dall'esecutivo hanno scatenato le proteste violente da parte dell'opposizione, in particolare di Forza Italia che dell'argomento ha sempre fatto una bandiera della sua battaglia sul tema giustizia. Il presidente della commissione, l'ex Guardasigilli Francesco Nitto Palma, non esita a definire gli emendamenti del governo "una retrocessione rispetto alla legge Vassalli". Secondo Nitto Palma l'esito di questo intervento è che ci saranno "meno casi di colpa grave". "L'unica cosa che c'è in più in questa proposta è che i magistrati attualmente pagano un terzo dello stipendio netto all'epoca del fatto, per risarcire, circa 20mila euro. D'ora in poi ne pagheranno 25mila". 

'IMPUNITA'CERTA' - "Così si garantisce l'impunità dei magistrati" taglia corto il senatore Lucio Malan, sempre di Forza Italia. "Se si esclude dalla responsabilità civile la valutazione del fatto, le prove, e l'interpretazione delle norme è difficile immaginare qualcosa che resti punibile. Addio responsabilita'".  Malan non manca poi di ricordare con ragionieristica precisione: "Gli italiani che votarono sì al referendum del 1987 furono 21 milioni, contro gli 11 milioni che hanno votato Pd alle mitiche europee". Il tuttto "alla faccia del testo completamente diverso messo a punto dalla commissione Giustizia".

LA LINEA DEL GOVERNO - "Lavoreremo in modo aperto, tenendo conto delle proposte emerse anche oggi, ma affermeremo la linea del nostro testo di legge, all'interno del quale c'è un equilibrio che migliora l'attuale normativa", afferma il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che oggi ha seguito i lavori in commissione al Senato. 

'ARMONIZZARE I TESTI' - Il percorso del provvedimento si annucnia tuttavia tortuoso. "Scontiamo una oggettiva difficoltà - riconosce il Guardasigilli - perché il testo che avevamo predisposto è diverso da quello della Commissione. E in commissione il nostro testo è arrivato dopo che già erano stati votati degli articoli del testo Buemi. Quindi ci sono delle disarmonie da superare e lo sforzo che dobbiamo fare, è cercare con i subemendamenti di migliorare e armonizzare il testo". Un testo "che stiamo per così dire prendendo per la coda. Ora dobbiamo lavorare con il relatore, che avrà una funzione essenziale di ricucitura. E dobbiamo fare in fretta, perché è in itinere una procedura d'infrazione Ue con il rischio di pesanti sanzioni".

TRAGUARDO VICINO - La fiducia potrebbe essere posta domani nel pomeriggio, visto che la mattinata sarà occupata dall'intervento in Aula del presidente del consiglio, Matteo Renzi in vista del prossimo consiglio Ue. I tempi sono stretti: il provvedimento, in prima lettura al Senato, scade l'11 novembre 2014.