Giostre e animali. Sì a nuove regole

Risponde il vicedirettore della "Nazione", Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 28 luglio 2014 - CARO DIRETTORE, quanto è avvenuto alla Giostra dell’Orso di Pistoia è un altro esempio di inutile orrore, frutto dell’incredibile supponenza dell’essere umano che per i propri ormai arcaici divertimenti usa e abusa degli animali, fino al loro martirio pubblico. Basta con la morte dei cavalli: aboliamo quella barbarie che si chiama giostra, quintana o palio. Mino Grandini

IL FONDAMENTALISMO animalista non mi piace. Ancora meno se il tam-tam sul web, fino alle minacce, è propalato da gente che a casa non ha nemmeno un canarino. Detto questo bisogna intervenire con regolamentazioni più rigide nei confronti di palii, giostre e quintane varie che non tutelano in maniera soddisfacente la salute dei cavalli e degli animali in genere che vi vengono impiegati. Inoltre si ritiene, a torto, che nelle proprie città, in nome di un becero campanilismo, nessuno debba mettere il becco sugli usi e sui costumi della tradizione e che si possa godere, per estensione, di una certa immunità che comprende l’organizzazione generale, l’allestimento dei percorsi di gara, l’utilizzo degli incassi, il rispetto delle norme igienico-sanitarie per l’eventuale somministrazione di cibi e bevande. E, non da ultimo, appunto, l’utilizzo di animali il cui «sacrificio» è in qualche modo contemplato dalle usanze in loco mentre viene ritenuto inaccettabile da tutti gli altri. Forse conviene metterci mano. 

Mauro Avellini