DIRITTI CIVILI E la soldatessa baciò la moglie: il Pentagono celebra la svolta gay

E' la storia di Sabryna, reduce dal fronte afgano, che a San Valentino ha sposato la sua Cheyenne. La foto del bacio saffico ha fatto il giro del mondo e naturalmente del web

Il bacio tra il soldato Sabryna e la moglie Cheyenne a Fort Carson (Ap)

Il bacio tra il soldato Sabryna e la moglie Cheyenne a Fort Carson (Ap)

New York, 21 novembre 2014 - "Baciate il soldato Sabryna". La stupenda Cheyenne Schlagetter venerdì mattina nella fredda base di Fort Carson in Colorado non se l’è fatto ripetere. Appena i 135 soldati della quarta Divisione di fanteria rientrati dall’Afghanistan dopo nove mesi di missione hanno ricevuto il rompete le righe, col suo fiammante e scollato abito rosso e un enorme tatuaggio sul braccio, si è lanciata verso una bella donna in uniforme, dandole un appassionato bacio sulla bocca. 

La soldatessa e la giovane moglie si sono sposate a San Valentino in New Mexico, hanno comprato una casa insieme e ora sono state immortalate sullo sfondo di una enorme bandiera americana. Quel bacio saffico e quell’abbraccio intenso, che in pochi minuti hanno fatto il giro del mondo sulweb, sono di fatto la perfetta sintesi dei matrimoni gay ormai legali nella maggior parte degli Stati Uniti, senza più discriminazioni fra coppie maschili o femminili.   Anche il Pentagono sotto la presidenza Obama ha sepolto decenni di pregiudizi annullando ogni discriminazione di genere e seppellendo il ‘don’t ask don’t tell’ di clintoniana memoria. Il ‘bacio di Fort Carson’ fra Sabryna e Cheyenne se non fosse per quello stupendo e simbolico scatto, si sarebbe confuso tra le decine di abbracci fra i reduci e le loro famiglie.

Cheyenne e Sabryna, che è una specialista nelle comunicazioni e fa parte di un team di combattimento, avranno presto un figlio e forse ne adotteranno un altro. E anche questo per il Pentagono ora è del tutto normale.  L’America ancora una volta diventerà una forza trainante nell’emancipazione anche sociale delle forze armate dopo che è caduto il tabù che relegava le soldatesse in ruoli non di combattimento, limitando di conseguenza anche posizioni e carriere nella catena di comando. L’Europa e l’Italia, sempre più integrate nelle forze internazionali e inserite nell’alleanza atlantica, potrebbero seguire a breve gli Usa. La guerra al terrorismo ha messo a fuoco che ci sono ottimi top gun donna anche nei paesi arabi e addirittura le brigate scelte dei combattenti curdi contro l’Isis sono tutte al femminile. Con un ministro della difesa donna, l’Italia potrebbe accelerare i tempi di questo irreversibile processo civile.