Animali alieni, la cozza zebrata infesta Bilancino e nei fiumi c’è il gambero killer

Specie che sconvolgono l’habitat. Gli esperti: "Sono aggressive"

Un parrocchetto

Un parrocchetto

Firenze, 17 gennaio 2016 - Campagne, fiumi e cieli di Toscana sotto l’attacco degli ‘alieni’. Non arrivano da Marte, ma non per questo vanno sottovalutati: sono gli animali ‘alloctoni’, cioè provenienti da paesi lontani, introdotti nella nostra regione per caso o per maldestri tentativi di allevamento. Anche considerando solo le specie nuove e più invasive, l’elenco è lungo, come spiegano Fausto Barbagli e Gianna Innocenti, curatori del museo di storia naturale della Specola che hanno studiato il tema insieme alla ricercatrice Elena Tricarico del dipartimento di biologia dell’Università di Firenze.

La cozza zebrata ha infestato da poco i laghi di Pavana (Pistoia) e Bilancino (Firenze), con effetti disastrosi su ambiente, tubature e meccanismi di gestione delle acque. Pare sia arrivata su alcune barche portate dal Nord Italia dove, a sua volta, era stata introdotta dal Mar Caspio per depurare le acque. Un’invasione ‘made in Toscana’, anche se ormai estesa in tutta Italia, è quella del gambero rosso della Louisiana, detto anche ‘gambero killer’: a provocarla pare sia stato un tentativo di allevamento a Massarosa (Lucca), negli anni ’90. L’idea era proporre questi crostacei per il consumo umano, ma i toscani non hanno apprezzato l’idea, mentre loro, i gamberi, hanno gradito il nuovo habitat.

«È una specie aggressiva – spiegano Fausto Barbagli e Gianna Innocenti – che riesce a decimare pesci e anfibi. Tutti i nostri fiumi, dall’Arno ai piccoli canali, sono stracolmi di questi animali che, uniti a un’infinità di pesci alloctoni, mettono in pericolo l’ecosistema». Poi ci sono le nutrie, introdotte negli anni ’20 dagli Usa per produrre le pellicce di castorino. «Oggi popolano i fiumi di tutta la regione – continuano gli esperti – scavando tane che indeboliscono gli argini».

Esistono campagne per il loro contenimento, ma la questione è complessa e sempre accompagnata da polemiche degli ambientalisti. E gli ‘alieni’ attaccano anche il mondo delle piante, come spiega il professor Francesco Ferrini, ordinario di Arboricoltura e presidente della scuola di Agraria dell’Università di Firenze. In Toscana creano problemi soprattutto l’ailanto, la robinia e la reynoutria japonica, pianta che favorisce il dissesto dei terreni. «Per non parlare – spiega il professor Ferrini – degli insetti ‘alieni’: la cameraria dell’ippocastano arrivata intorno al 2004, il cinipide del castagno giunto una decina di anni fa e il punteruolo rosso che sta devastando le palme della costa».

E se, guardando il Duomo di Firenze, vedete un allegro stormo di pappagallini, non rallegratevi troppo. Sono centinaia di ‘parrocchetti dal collare’ sfuggiti alle gabbie per poi moltiplicarsi. Non creano danni immediati, ma nidificano in fori e fenditure ‘rubando’ lo spazio a picchi e cince. Animali autoctoni che potrebbero per questo diminuire nei prossimi anni.