Venti milioni per portare Siena in Toscana

Il commento

Francesco Meucci

Francesco Meucci

Siena, 4 maggio 2016 - Qualcosa di buono si muove nella Toscana del Sud. Sono i soldi e i cantieri promessi dal governatore Enrico Rossi e dal presidente dell’Anas, Gianni Vittorio Armani, per le strade croce senza delizia delle province di Siena, Arezzo e Grosseto. Vale a dire il raccordo autostradale Siena-Firenze (comunemente detto Autopalio) e la Due Mari nelle sue declinazioni di Siena-Bettolle, nodo aretino della E 78 e Siena-Grosseto. Venti milioni per un restyling complessivo, indispensabile e più che mai urgente.

A lavori terminati, e se tutto andrà come oggi ci dicono, forse questa parte della Regione potrà davvero giocare in modo serio la partita del turismo di qualità. Perché arrivare a Siena è un’impresa. Come dalla città del Palio raggiungere la costa o dalla Maremma l’aretino. Un’assenza di collegamenti che per qualche misteriosa ragione è stato persino un vezzo negli anni in cui a tutto provvedeva la «mucchina», come qui chiamavano Banca e Fondazione Monte dei Paschi alludendo alle laute erogazioni di utili.

Oggi sono solo un ricordo e niente più, sicché in molti – anche se non tutti – iniziano a chiedersi quale possa essere la formula per la crescita e lo sviluppo. Turismo è la parola magica sulla bocca di tutti. Ma se poi arrivare fino a Siena assomiglia a un viaggio a dorso di mulo, allora ogni sforzo è del tutto inutile. Ecco, dunque, che i venti milioni annunciati dalla Regione e dall’Anas chiudono in qualche modo i conti con il passato e fanno intravedere la possibilità di restare collegati al resto della Regione – e, soprattutto, all’asse Pisa-Firenze, il vero snodo intermodale della Toscana – sperando che il ritardo accomulato in tutti questi anni non sia irrecuperabile.