Martedì 23 Aprile 2024

L'ira di Zeffirelli sulla Scala: "Giù le mani dalla mia Aida"

Il regista infuriato per la vendita dell’opera al Teatro di Astana DI TITTI GIULIANI FOTI

Il regista Franco Zeffirelli (Ansa)

Il regista Franco Zeffirelli (Ansa)

Firenze, 30 ottobre 2014 - "Ma per la miseria. Non si può mai stare tranquilli: all’improvviso vengo a sapere che è stata venduta la mia ultima Aida andata in scena alla Scala. E a dirmelo non è stato il sovrintendente del teatro, ma chi l’ha comprata. Ma ti rendi conto? Com’è possibile che a Milano abbiano dato via la mia opera regina al teatro di Astana in Kazakistan?", tuona Franco Zeffirelli per l’ennesimo affronto subito in patria.

Maestro chi l’ha avvertita di questa notizia?

"Giorni fa mi hanno chiamato dall’Astana Opera Theatre per chiedermi di fare la spervisione di Aida. Io quasi non capivo di cosa stessero parlando. Poi piano piano ho messo a fuoco: dicevano della mia Aida, della mia opera che ha fatto record di pubblico, che è stata vista da mezzo mondo. Un’opera che ha debuttato anni fa, appunto, alla Scala di Milano. Sono infuriato, amareggiato e ancora incredulo. Ma ho capito cos’è: una vendetta dei cervelloni del teatro lirico che stanno pensando a me come artista da dimenticare".

Quando andò in scena l’opera?

"Nel 2006 e fu un trionfo. Quelli che c’erano la ricordano e la usano come termine di paragone per il niente che si vede in giro. È chiaro che fu il Teatro alla Scala a finanziarla, gli enti lirici pagano gli allestimenti. Ma il lavoro artististico è stato mio, firmato da me. Qualcuno poteva almeno avere la delicatezza di avvertirmi? Avevo sentito dire che c’era una remota possibilità che potesse essere affittata da qualche parte. Ma mai venduta".

Sono andati oltre Maestro?

"Come sarebbe a dire sono andati oltre? Sono folli. E voglio sia fatta chiarezza, che mi si spieghi senza menzogne e senza dubbi le ragioni di questa enorme scorrettezza, assolutamente imperdonabile. Non è possibile, non è credibile che accada questo in Italia. La mia opera è stata addirittura acquistata. Cioè la Scala l’ha venduta senza dirmi niente. Non so più cosa pensare se non che questo sia un affronto contro un’Aida bella, straordinaria e anche verso il patrimonio italiano. Perché solo da noi si butta via così senza rispetto? Per fare cosa poi, quattrini? E lasciare il posto a orrende robe minimaliste che fanno ora, di gente senza cultura. Il melodramma è il melodramma, ricordiamocelo. Questo infame destino non lo meritava Aida. E neppure io".

Se le dicessero dalla Scala che i suoi diritti verranno comunque tutelati?

"Ma chi se ne frega dei diritti. Non è mica una questione di soldi, ma di rispetto e di educazione. Solo degli ottusi possono pensare che con un zuccherino mi senta meglio. Non è una questione di soldi, ma, ripeto, di rispetto, di diritti e di educazione. Di tutto il resto non mi interessa niente: farò ricorso alla magistratura. Voglio proprio vedere a chi darà ragione. Se a me, che sono un artista conosciuto nel mondo e sono stato trattato a pesci in faccia nella mia patria, l’Italia. O a un teatro che non si scomoda a farmi una telefonata per avvertirmi che vende una mia opera".

Il teatro kazako non ha colpe però.

"Infatti mica ce l’ho con loro. L’Astana è un teatro nuovo, bello: mi avevano chiamato proprio per Aida e rimettere a posto la regia. E già che ci sono vorrei sapere perché la Scala, il più importante teatro lirico d’Italia, uno dei più famosi al mondo, debba essere gestito da stranieri. Che ce l’hanno con me perché li ho mandati al quel paese. Le questioni volgari di quattrini e politica mi hanno molto stufato".

Titti Giuliani Foti