"Coinvolgere don Milani è una vergogna"

Il cardinale e la fondazione: "Giù le mani dal priore"

Il cardinale Giuseppe Betori (foto Germogli)

Il cardinale Giuseppe Betori (foto Germogli)

Firenze, 25 giugno 2015 - Giù le mani da don Milani. Non provate ad accostare il nome del priore di Barbiana al ‘Forteto’. Nell’occasione solenne della festa di San Giovanni, patrono della città di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori non dice il nome né dell’una né dell’altro durante la sua omelia, ma i riferimenti sono chiari e il silenzio sui nomi semmai evidenzia una sottolineatura ancora più marcata. Ed è d’accordo con lui la fondazione don Milani, guidata dai primi allievi del priore. Il cardinale, dopo aver letto alla luce della testimonianza di servizio del Battista alcuni nodi del presente, come «le spinte individualiste ed egoiste che serpeggiano nella nostra società» con l’inaccoglienza nei confronti degli immigrati, e la messa in discussione, da più parti, della famiglia, ha usato parole che non lasciano equivoci: «Ne dobbiamo essere consapevoli soprattutto noi sul cui territorio si è consumato un dramma che ha travolto l’esistenza di tante persone, cui va rinnovata la vicinanza e la richiesta di perdono per il ritardo con cui ci si è resi conto della loro tragedia».

Non va infatti dimenticato che «alla radice di questa vicenda drammatica sta il rifiuto della famiglia, così come la tradizione ce l’ha affidata, un rifiuto che è sfociato nell’utopia deleteria di ricostruire la socialità su basi diverse». Contestata la famiglia naturale, «si è aperto lo spazio al sopruso e alla sofferenza. Quale pastore della Chiesa fiorentina, devo poi anche lamentare come, in quel deviato contesto, non ci si sia vergognati di coinvolgere la memoria di un prete nostro, che nessuno deve avere l’ardire di sottrarci, deformandone l’immagine». Il Forteto si compiaceva dell’accostamento a don Milani come se in qualche modo fosse stato sussunto in chiave laica. La fondazione don Lorenzo Milani, guidata da Michele Gesualdi, parla per bocca di Agostino Burberi, che è vice presidente e con Gesualdi è stato uno dei primi sei ragazzi della scuola di Barbiana: «Condivido in pieno il pensiero del cardinale Betori – dichiara –. Il tentativo di associare don Milani alla terribile vicenda del Forteto è un’operazione meschina. Non c’è niente di più lontano fra questa vicenda e l’esperienza di Barbiana, eccelsa, di rispetto assoluto e amore incondizionato, di crescita civica e morale, di vicinanza e aiuto nei confronti degli ultimi e delle loro famiglie».

Proprio sulle famiglie e prima del passaggio sul Forteto, Betori aveva evidenziato come «in questi nostri giorni... da più parti viene messo in questione l’istituto familiare, quale unione di un uomo e una donna nel vincolo del matrimonio per la generazione e la cura dei figli, prima cellula costitutiva della società. Costituisce un pericolo per l’equilibrio e la tenuta della società tutta fare confusione su questo fronte, magari per voler offrire sostegno giuridico ad altre tipologie di convivenza, che – senza negare loro rispetto e diritto d’esistenza – altro però sono, e solo come altro possono quindi trovare riconoscimento».

Michele Brancale

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